HUNGRY HEARTS

Valutazione
Complesso, Problematico, dibattiti
Tematica
Bambini, Cibo, Famiglia - genitori figli, Matrimonio - coppia, Psicologia
Genere
Drammatico
Regia
Saverio Costanzo
Durata
109'
Anno di uscita
2015
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
Hungry Hearts
Distribuzione
01 Distribution
Soggetto e Sceneggiatura
Saverio Costanzo tratto dal romanzo "Il bambino indaco" di Marco Franzoso
Musiche
Nicola Piovani
Montaggio
Francesca Calvelli

Orig.: Italia (2014) - Sogg.: tratto dal romanzo "Il bambino indaco" di Marco Franzoso - Scenegg.: Saverio Costanzo - Fotogr.(Normale/a colori): Fabio Cianchetti - Mus.: Nicola Piovani - Montagg.: Francesca Calvelli - Dur.: 109' - Produz.: Mario Gianani, Lorenzo Mieli per Wildside con RAI Cinema.

Interpreti e ruoli

Adam Driver (Jude), Alba Rohrwacher (Mina), Roberta Maxwell (Anne), Al Roffe (Marguerito), Geisha Otero (Rosa), Jason Selvig (j), Victoria Cartagena (Monica), Jake Weber (dr. Bill), David Aaron Baker (dr. Jacob), Nathalie Gold (avvocato), Victor Williams . (assistente sociale)

Soggetto

Jude, americano, e Mina, italiana che vive a New York, si incontrano in un ristorante. Si innamorano, si sposano, hanno un bambino. Fin dalla gravidanza, e ancora di più nei primi mesi di vita, Mina entra nella convinzione che il suo è un bambino speciale. Il suo istinto materno le dice che il figlio va protetto dal mondo esterno, che per rispettarne la natura bisogna preservarne la purezza. Tutto questo si traduce in una alimentezione talmente severa e rigorosa da far scoprire un giorno a Jude una terribile verità: il bambino non cresce ed è in pericolo di vita. L'atteggiamento di Jude da consenziente si fa ostile, e tra i due il clima è ogni giorno più teso. Quando ogni tentativo di comprensione risulta vano, la presenza nelle discussioni della mamma di lui complica ancor più le cose. A quel punto la vicenda finisce in tragedia.

Valutazione Pastorale

Il punto di partenza è un romanzo, "Il bambino indaco" di Marco Franzoso. Il titolo lascia prevedere uno svolgimento improntato alla fantascienza. O forse al fantastico, o alla metafora. Di certo quello che si snoda lungo la sceneggiatura è un racconto altamente drammatico, che nella prima metà si fa seguire ma nella seconda, concentrandosi su Mina, ne segue la discesa dalla malattia alla morbosità, alla irrazionalità. Per finire in una follia poco spiegata e poco comprensibile. Calatosi, dopo l'esordio con "Private", in storie di crescente spigolosità e durezza ("In memoria di me", "La solitudine dei numeri primi"), Costanzo affronta qui una nuova situazione dai contorni estremi, una paranoia che mette da parte la ragione e cede alla follia. Il dramma diventa psicodramma, mentre la mente elabora enigmi al limite della perversione. E' un ventaglio di atteggiamenti di fronte al quale la storia offre ben pochi elementi per capire, dialogare, comprendere. Si resta alla fine con molte domande senza risposta e il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come complesso, problematico e da destinare a dibattiti.

Utilizzazione

Presentato in concorso alla Mostra di Venezia 2014 (con la Coppa Volpi maschile e femminile attribuita ai due protagonisti), il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, meglio se accompagnando la proiezione con contributi e materiale di riflessione. Molta attenzione è da tenere per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di dvd e di altri supporti tecnici.

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