Sogg.: Tratto dal romanzo "Primary Colors" di Joe Kline - Scenegg.: Elaine May - Fotogr.: (Scope/ a colori) Michael Ballhaus - Mus.: Ry Cooder - Montagg.: Arthur Schmidt . - Dur.: 140' - Produz.: Mike Nichols
Interpreti e ruoli
John Travolta (Jack Stanton), Emma Thompson (Susan Stanton), Billy Bob Thornton (Richard Jemmons), Kathy Bates (Libby Holden), Adrian Lester (Henry Burton), Maura Tierney (Daisy), Larry Hagman (Fred Picker), Diane Ladd, Paul Guilfoyle, Rebecca Walker, Caroline Aaron, Tommy Hollis, Rob Reiner, Ben Jones, J.C.Quinn
Soggetto
Henry Burton, giovane di colore idealista, nipote di un leader che ha combattuto per i diritti civili, decide di partecipare, sia pure dopo molte incertezze, alla campagna per le elezioni presidenziali di Jack Stanton, governatore progressista di uno Stato del sud. Del gruppo fanno parte: Richard, stratega tanto brillante quanto improbabile, Libby, una donna matura fanaticamente legata alla causa, dichiaratamente omosessuale e decisa a risolvere ogni problema, la giovane Daisy, scelta come consulente per i media. Sopra tutti ci sono Jack Stanton e la moglie Susan, travolgenti nel carattere, pieni di entusiasmo e decisi a vincere per entrare nella Storia. La campagna elettorale va avanti freneticamente, e gli umori cambiano in rapida successione. Gli scandali sessuali sono quelli che più mettono in difficoltà il gruppo. Dapprima una segretaria denuncia una relazione con Jack, poi il padre di una ragazzina di colore denuncia che la figlia è incinta di Jack. E tutti questi scandali vengono messi a tacere con enorme fatica. Durante un confronto televisivo, il candidato avversario ha un malore. Ricoverato in ospedale, risulta impossibilitato a proseguire la campagna. Il nuovo avversario che ne prende il posto viene incastrato dallo staff di Jack con un dossier su un traffico di cocaina. La campagna elettorale è andata avanti senza esclusione di colpi. Henry, duramente provato, vorrebbe dimettersi. Ma Jack lo convince a rimanere. Arrivano le elezioni, Jack viene eletto Presidente ed Henry è tra coloro a cui stringe la mano il giorno della vittoria.
Valutazione Pastorale
fin troppo facili ed evidenti sono i riferimenti a fatti, situazioni e personaggi vissuti negli ultimi tempi dal presidente americano Clinton. Ma, più che una anticipazione, o un commento a questi fatti, il film si propone come una rivisitazione anni Novanta di un argomento e di una figura da sempre tradizionali nel cinema americano: le elezioni presidenziali da un lato, il presidente, eletto o da eleggere, dall'altro. Le elezioni sono l'occasione per tracciare un quadro complessivo sullo stato di salute della società, sull'approccio alla politica, sul rapporto cittadini/politica, sul persistere o meno di quegli ideali (libertà, uguaglianza, individualismo) che da sempre sono alla base della 'civiltà' americana. Sotto questo aspetto il film non è certo benevolo o accondiscendente. La lotta per i voti si combatte senza esclusione di colpi, facendo capire che è così perché non può essere diversamente: e se qualcuno rinuncia (e si toglie la vita), qualcun altro va avanti (Henry), convinto che prima o poi arriverà il momento di dare spazio alle idee e ai grandi principi. Si tratta dunque di un denso e avvincente film di denuncia, quasi un affresco sociale utile a far riflettere su certi scenari anche meno conosciuti. Dal punto di vista pastorale, sottolineate riserve per volgarità di dialogo anche eccessive e per il gesto del suicidio, resta la complessità del film in quello scontro continuo tra la 'moralità' dei personaggi e la 'immoralità' del loro operato.
Utilizzazione: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria con attenzione per la presenza dei minori. Da proporre anche in occasione di dibattiti, quanto mai attuali, sulla figura del presidente americano e, più in generale, sui meccanismi dell'attività politica.