Orig.: Italia (2000) - Sogg. e scenegg.: Daniele Gaglianone e Giaime Alonge - Fotogr.(Panoramica/b&n): Gherardo Gossi - Mus.: Massimo Miride, Giuseppe Napoli, Monica Affatato, Daniele Gaglianone - Montagg.: Luca Gasparini - Dur.: 84' - Produz.: Gianluca Arcopinto.
Interpreti e ruoli
Virgilio Bei (Alberto), Piero Franzo (Natalino), Giuseppe Boccalatte (Umberto Passoni), Massimo Miride (Alberto giovane), Enrico Saletti (Natalino giovane), Luigi Salerno (Silurino), Diego Canteri . (Umberto Passoni giovane)
Soggetto
Durante la guerra, Alberto e Natalino, legati da forte amicizia, hanno condiviso l'esperienza partigiana sulle montagne del Piemonte. Oggi, anziani, hanno vite diverse: Natalino vive da tempo solo in un vecchio borgo quasi disabitato, Alberto è in un pensionato dove trascorre l'estate. Natalino viene contattato da un ricercatore universitario e durante un'intervista rievoca il periodo della resistenza. Alberto entra in confidenza con un'altro ospite del pensionato, Umberto, un coetaneo costretto sulla sedia a rotelle. Ecco in flashback immagini di partigiani in fuga nei boschi durante un rastrellamento. Insieme a Natalino e Alberto c'é Silurino, gravemente ferito. Trasportare lui e gli altri non é più possibile. Natalino va in cerca di aiuto, Alberto resta con gli altri e, dopo un po', si allontana per vedere se l'amico é di ritorno. Sta per recuperare la posizione, quando arrivano le brigate nere. Da dietro i cespugli, Alberto assiste al massacro di Silurino e dei compagni. Nel pensionato un giorno Alberto fa una scoperta inattesa: Umberto é l'ufficiale delle brigate nere responsabile di quell'eccidio nei boschi. Sconvolto, Alberto corre a rivelare tutto a Natalino. Non c'è che una soluzione: uccidere Umberto. Insieme preparano l'agguato, ma sono lenti e goffi, e il piano non riesce. Vengono portati via dai carabinieri, ma dentro di loro hanno verificato che lo spirito di ribellione è rimasto intatto.
Valutazione Pastorale
Dice bene Daniele Gaglianone, regista esordiente (é nato ad Ancona nel 1966): "Per uomini come Alberto il passato non si é mai chiuso e allora il tempo diviene una trappola, un gioco crudele dove i ricordi si trasformano in ossessione. Non ci sono parole, non si può dire nulla e, di fronte a una ferita che continua a sanguinare, considerazioni legittime e forse auspicabili in sede di riflessione storico-politica sul necessario superamento del passato si infrangono contro il dolore soggettivo che non può essere né valutato né giudicato". Rispetto agli avvenimenti della guerra e del dopoguerra si è creata una frattura sempre più profonda che ha portato in Italia le ultime e ultimissime generazione ad avere una conoscenza sempre più labile degli avvenimenti, e idee spesso approssimative e schematiche. Si tratta quindi prima di tutto di ricostruire un tessuto informativo il più possibile esauriente. Ma si tratta anche di ridare slancio ai temi della passione civile, della voglia di costruire qualcosa di buono e di positivo. Il film di Gaglianone non funziona sempre per il meglio: soprattutto quando il regista mette in primo piano il tentativo di uccidere come inevitabile atto di vendetta, ancora e sempre praticabile. Il resto però convince: il B&N é una bella scelta di tipo cromatico-stilistico, l'alternanza tra ieri e oggi avviene senza fratture, il trauma che resta nelle coscienze é motivato e profondo. Un film piccolo e serio per ricominciare a parlare e a riflettere senza pregiudizi su avvenimenti che sono ancora la nostra Storia. Dal punto di vista pastorale, la valutazione del 'discutibile' evidenzia pregi e difetti, mentre l'insieme é problematico e utile per dibattiti.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria. Più utilmente é da proporre in situazioni mirate, anche didattiche, come avvio alla discussione sui temi trattati.