Orig.: Italia (1997) - Sogg.: tratto dall'omonimo romanzo di Luigi Meneghello - Scenegg.: Sandro Petraglia, Stefano Rulli, Domenico Strarnone, Daniele Luchetti - Fotogr.:(Scope/a colori) Giuseppe Lanci - Mus.: Dario Lucantoni - Montagg.: Patrizio Marone - Dur.: 116' - Produz.: Vittorio e Rita Cecchi Gori.
Interpreti e ruoli
Stefano Accorsi (Gigi), Stefania Montorsi (Simonetta), Giorgio Pasotti (Enrico), Diego Gianesini (Lelio), Filippo Sandon (Bene), Manuel Donato (Nello), Stefano Scandaletti (Rodino), Marco Paolini (Toni), Marco Piras (Dante), Luigi Mercanzin (Moretto), Massimo Santelia . (Marietto)
Soggetto
E' l'autunno del 1943, quando alcuni studenti universitari, Gigi e Lelio di lettere, Enrico e Simonetta di ingegneria, Bene di medicina decidono a loro modo di opporsi all'invasione nazista dell'Italia e partono per l'altopiano di Asiago, pronti ad unirsi ad altri gruppi di partigiani. Ma i ragazzi, tutti bravi sui libri, non sono buoni a fare la guerra. Mentre si muovono tra i villaggi, si aggiungono al loro gruppo un operaio, un marinaio, il loro professore antifascista, Toni Giurolo, e Dante, giovane sottufficiale alpino. Ogni piccola azione, ogni decisione da prendere è una discussione. Nessuno dei ragazzi vuole veramente uccidere. Quando arriva il primo rastrellamento serio, il gruppo si sfalda, con l'inverno arrivano gli stenti, qualcuno viene ucciso. C'è il momento del ripensamento, il ritorno a Padova, sempre pensando a qualche azione dimostrativa, fino al giorno della liberazione, quando Gigi e Simonetta vanno incontro ad una colonna di carri armati che sta entrando in città. Dopo la paura, il sollievo: sono inglesi.
Valutazione Pastorale
tratto dall'omonimo romanzo di Luigi Meneghello, questo film di Luchetti è sicuramente valido sotto il profilo cinematografico e interessante sotto quello storico: forse per la prima volta, viene dato giusto spazio ad alcuni protagonisti della resistenza finora tutto sommato ignorati, gli studenti della buona borghesia veneta, quelli destinati nella società a ricoprire ruoli primari e importanti. Maestri, quindi, che qui diventano piccoli e indifesi di fronte ad avvenimenti che li sovrastano e li trovano del tutto impreparati, al di là del bagaglio di idee che si portano ben stretto dentro. Dal punto di vista pastorale, il film è senz'altro positivo per il recupero che consente di una riflessione sul piano storico e umano, per il tono 'morale' e quasi da metafora della formazione alla vita di un gruppo di giovani in situazioni tragiche come la guerra. Se all'accettabile si ritiene di aggiungere il superficiale, è perché il film soffre in sede narrativa della malattia dell'indecisione e dell'incertezza. Troppo smarriti quei ragazzi, troppa voglia di antiretorica, troppo metodo nei loro comportamenti, troppa aria di post -'68 nel loro agire, troppa voglia di non scontentare nessuno nella presentazione delle varie anime della resistenza.
Utilizzazione: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e da recuperare in altri contesti per affrontare riflessioni su temi quali cinema e storia, la recente storia italiana, la seconda guerra mondiale in Italia, giovani e guerra.