IL CASTELLO ERRANTE DI HOWL

Valutazione
Accettabile, semplice
Tematica
Avventura, Film per ragazzi, Letteratura
Genere
Favolistico
Regia
Hayao Miyazaki
Durata
119'
Anno di uscita
2005
Nazionalità
Giappone
Titolo Originale
Hauro no ugoku shiro
Distribuzione
Lucky Red Distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
Hayao Miyazaki tratto dal romanzo omonimo di Diana Wynne Jones
Musiche
Joe Hisaishi
Montaggio
Takeshi Seyama

Orig.: Giappone (2004) - Sogg.: tratto dal romanzo omonimo di Diana Wynne Jones - Scenegg.: Hayao Miyazaki - Mus.: Joe Hisaishi - Montagg.: Takeshi Seyama - Dur.: 119' - Produz.: Toshio Suzuki per Studio Ghibli.

Interpreti e ruoli

Sophie (voce italiana: Roberta Pellini), Howl (v.i.: Francesco Bulckaen), strega delle Lande (v.i.: Ludovica Modugno), Calcifer (v.i.: Luigi Ferraro), Markl (v.i.: Furio Pergolani), madam Suliman (v.i.: Maria Pia Di Meo), Heen . (v.i.: Daijiro Harada)

Soggetto

Sophie, 18 anni, impiegata nella boutique di cappelli che apparteneva a suo padre, un giorno esce dalla città e incontra Howl il mago, tipo affascinante ma con poco carattere. Sophie è attratta da lui e una strega, fraintendendo questo legame, le lancia una maleficio e la trasforma in una vecchia di 90 anni. Impaurita, Sophie comincia a vagare attraverso terre desolate, fin quando non giunge al Castello errante di Howl e qui, nascondendo la sua vera identità, si fa assumere come donna delle pulizie. La 'vecchia signora' riesce a dare nuova vita al castello, finora abitato dal giovane apprendista Markl e da Calcifer, demone del fuoco. Howl, a sua volta caduto preda del sortilegio, diventa demone. Ora per Sophie è il momento di tornare giovane. Così Howl può condurla al giardino del castello, e insieme possono cominciare a conoscersi meglio.

Valutazione Pastorale

All'origine c'è il romanzo "Archer's goon" scritto nel 1986 dall'inglese Diana Wynne Jones e da lei rifatto nel 1990 in una variante orientale dal titolo "Castle in the air". A questo testo si è ispirato Miyazaki, considerato il maestro dell'attualer animazione giapponese, già noto per "La città incantata" (2002). Miyazaki ha sfrondato il testo, ha cambiato qualche passaggio, ne ha inseriti altri, ha insomma dato maggiore visibilità al tema che più lo interessa, quello della lotta tra il bene e il male che per lui non posseggono contorni troppo precisi. Dopo aver fondato nel 1985 lo Studio Ghibli, Miyazaki ha cominciato a sperimentare il digitale e a studiarlo per accrecerne le possibilità di utilizzo. Così le sue storie, che senz'altro sono favole, corrono spesso il rischio di poggiare su troppa meccanicità a scapito di freschezza e poesia. Anche in questa occasione, se il quadro di fondo resta quello tipico della fiaba, si avverte tuttavia che manca qualcosa nell'ispirazione, per ricreare in pieno quel clima impalpabile in cui la fantasia si confonde con la realtà dei sentimenti comuni. Il film comunque è da vedere e, dal punto di vista pastorale, è da valutare come accettabile e senz'altro semplice.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e da proporre come passatempo anche per ragazzi.

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