Sogg. e Scenegg.: Abel Ferrara, Zoe Lund - Fotogr.: (normale/a colori) Ken Kelsch - Mus.: Joe Delta - Montagg.: Anthony Redman - Dur.: 98' - Produz.: Edward R.Pressman, Mary Kane - Vietato ai minori degli anni quattordici
Interpreti e ruoli
Harvey Keitel (Il Tenente), Frankie Thorn (Suora), Zoe Lund (Magdalena), Anthony Ruggiero (Lite), Robin Burrows (Ariane), Victoria Bastel (Bowtay), Victor Argo (Il Poliziotto), Bianca Bakija, Eddie Daniels, Paul Hipp, Fernando Velrz
Soggetto
Un tenente della polizia di New York, mentre a casa è buon marito e buon padre, appena entra in servizio si trasforma in pervertito e violento. Il contatto quotidiano con la città ed il sottobosco malavitoso lo ha contagiato e corrotto. Beve innumerevoli volte, maneggia crack e droga, si inietta eroina scambiandola con la coca che spesso sottrae fermando gli spacciatori, ruba a teppistelli di periferia e, in più, ha una sfrenata passione per le gare di baseball fra le squadre dei Metz e dei Dodgers, per il che fa e gestisce grosse puntate, caricandosi di debiti. Quando apprende che una giovane suora è stata brutalmente violentata da due balordi portoricani sull'altare di una chiesa di Harlem, il tenente (cattolico di origine ispanica) considera l'evento inaudito. Ci sono 50.000 dollari di taglia ed egli si dà da fare, tentando con la suora perfino spiandone la confessione di sapere i nomi dei delinquenti. Ma la suora li ha perdonati (sa chi sono, poveracci che frequentano la parrocchia dove lei svolge la propria missione) e questo sconvolge il poliziotto che, anche per l'effetto del miscuglio di droghe che ha nel sangue, sul pavimento della Chiesa perde i sensi, poi si altera, ha una visione (il Cristo sceso dal crocifisso) e lo insulta. Il perdono concesso dalla suora-vittima ed il silenzio del Signore sono diventati una vera ossessione. Cercati e trovati i violentatori e ladri (un calice d'oro, che la moglie di un modesto antiquario ha consegnato al tenente), quest'ultimo li ammanetta, consegna loro un pacco di dollari, li fa salire su di un pullman ha un Bus-Terminal e li spedisce verso un altro Stato perché si facciano, redimendosi, un'altra vita. All'uscita, due colpi di rivoltella uccidono il tenente: sfortunato con le scommesse (aveva puntato tutto sui prediletti Dodgers e sono stati i Metz a vincere una serie di sette partite), il suo più grosso creditore ha parggiato i conti eliminandolo.
Valutazione Pastorale
Gonfio e ibrido pastrocchio dovuto al regista Abel Ferrara, che firma anche la sconquassata sceneggiatura. Anche per la rozzezza delle immagini, troppo facile affermare (ma sempre più amaro constatare) che il vilipendio dei sentimenti religiosi continua impunemente sugli schermi. Nel monologo ab irato del tenente imbottito di droghe, allucinato a carponi davanti all'Uomo disceso dalla Croce, c'è spazio anche per le invettive. Il regista sembra voler sostenere che anche il corrotto e violento che annaspa nella melma metropolitana e non manca Ferrara di insistere che costui è un cattolico, il quale fornica, beve e si droga deve avere il diritto al riscatto, manifestando la sua personale clemenza. Insomma, il gesto della suora (l'agnello sacrificale, l'oggetto sacro violato) ha sconvolto il tenente, che perdona lui pure i criminali. Ferrara, tuttavia, non riesce a padroneggiare l'eccessivo materiale messo all'ammasso, soprattutto l'aspetto pratico e procedurale della faccenda dell'ufficiale di polizia, che prima arresta, poi rilascia ed aiuta economicamente i due criminali. Un farneticante guazzabuglio con un linguaggio volgare e turpitudini varie (esemplare paragrafo del manuale delle sconcezze la scena fra il cattivo tenente e le due ragazze da lui trovate in automobile prive di patente). Ci si chiede se, di fronte a film simili, sia lecito sforzarsi ad attribuire valenza di messaggi a convulsioni e deliri di tal scorta.