IL CLIENTE **

Valutazione
Accettabile-riserve, Realistico
Tematica
Giustizia
Genere
Thrilling
Regia
Joel Schumacher
Durata
121’
Anno di uscita
1994
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
THE CLIENT
Distribuzione
Warner Bros Italia
Soggetto e Sceneggiatura
Akiva Goldsman, Robert Getchell tratto dal romanzo “The Client” di John Grisham
Musiche
Howard Shore
Montaggio
Robert Brown

Sogg.: tratto dal romanzo “The Client” di John Grisham - Scenegg.: Akiva Goldsman, Robert Getchell - Fotogr.: (scope/a colori) Tony Pierce-Roberts - Mus.: Howard Shore - Montagg.: Robert Brown - Dur.: 121’ - Produz.: Arnon Milchan, Steven Reuther

Interpreti e ruoli

Susan Sarandon (Reggie Love), Tommy Lee Jones (Roy Foltrigg), Brad Renfro (Mark Sway), Mary Louise Parker (Dianne Sway), Anthony La Paglia (Barry Muldano), Clint Von Hooser (Anthony Edwards), Walter Olkevicz (Romey Clifford), Ossie Davis (Harry Roosevelt), J. T. Walsh, Will Patton, Bradley Whitford, Anthony Heald

Soggetto

appartatosi nel bosco di Memphis per fumare di nascosto col fratellino Richy, l’undicenne Mark Sway tenta di sventare invano, rischiando anche la vita, il suicidio di un avvocato della mala, Romey Clifford, che prima di uccidersi gli rivela l’ubicazione del cadavere introvabile del senatore Boyette, ucciso dal mafioso Barry Muldano. Richy, sotto shock, viene ricoverato all’ospedale, e la madre Dianne perde il suo lavoro per assisterlo. Spaventato dal poliziotto che lo ha trovato e che non crede alla sua deposizione, Mark cerca un avvocato: trova Reggie Love, che per un dollaro ne assume la difesa rendendo vano (registrando nascostamente l’incontro) il tentativo dell’ambizioso procuratore Roy Foltrigg – che è convinto che il ragazzo sia reticente – di estorcergli capziosamente la verità. La mafia assolda intanto un killer per eliminare il ragazzo, che viene minacciato in ospedale da Muldano; poi Mark perde la fiducia in Reggie venendo a sapere che precedentemente la donna è stata alcoolizzata, internata e privata dei figli dopo il divorzio. Frattanto la mafia brucia la roulotte degli Sway, e con un cavillo la polizia arresta Dianne e Mark, che nella successiva udienza si appella al 5° emendamento per tacere. Tornato in carcere, finge una crisi e ricoverato all’ospedale, riesce a sfuggire a Muldano, che lo vuole uccidere, e telefona a Reggie, convincendola ad accompagnarlo nella rimessa di Clifford, dove è sepolto Boyette, e dove la mafia, sopraggiunta, cerca di eliminare i due, che si salvano attivando l’allarme dei vicini. La Love patteggia con Foltrigg, in cambio del corpo del reato, il futuro degli Sway, e un programma di protezione integrale che la costringerà però a non vedere più il ragazzo, al quale si è affezionata profondamente e che ormai la ricambia.

Valutazione Pastorale

thriller corposo e serrato, diretto con consumato mestiere e recitato ottimamente sia da Susan Sarandon che dall’esordiente Brad Renfro. A differenza di storie consimili, dove la spettacolarità, la tensione, i colpi di scena prevalgono sui contenuti, qui il centro della storia è senza dubbio il rapporto tra due creature umiliate in modo diverso dalla vita che sono costrette, come Mark, o chiamate, come Reggie, a trovare l’occasione cruciale di riscatto. Il padre violento e ubriacone del ragazzo, che ha causato lo sfacelo della piccola famiglia, tenuta a stento da una madre chiaramente incapace anche se affezionata a suo modo ai figli, viene messo sottilmente in parallelo con il passato alcoolista di Reggie, e con la sua sconfitta come madre. È proprio la bruciante assenza dei due figli che scatena nella donna il desiderio di colmare in qualche modo questo vuoto, e Mark, la sua disperata arroganza, il suo scetticismo, la sua aggressività infantile che nascondono un profondo bisogno d’affetto e d’amicizia, fanno riemergere al meglio nella donna le qualità che la vita sembrava averle offuscato. A questo quadro positivo si affianca una pesante critica della polizia, dell’FBI, del carrierismo senza scrupoli degli alti funzionari. Il recupero della famiglia ad una normalità insperabile e il disinteresse e la passione civile ed umana che guidano la Love costituiscono motivi più che validi di riflessione, tanto da poter coprire gli aspetti realistici o crudi della vicenda con delle riserve.

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