Orig.: Iran (2016) - Sogg. e scenegg.: Asghar Farhadi - Fotogr.(Panoramica/a colori): Hossein Jafarian - Mus.: Sattar Oraki - Montagg.: Hayedeh Safiyari - Dur.: 125'- Produz.: Alexandre Mallet Guy, Asghar Farhadi - 69^ FESTIVAL DI CANNES 2016, PALMA D'OR0 COME MIGLIORE SCENEGGIATURA E MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA.
Interpreti e ruoli
Shahab Hosseini (Emad), Taraneh Alidoosti (Rana), Babak Karimi (Babak), Farid Sajjadihosseini (il cliente), Mina Sadati (Sanam), Maral Bani Adam (Kati), Mehdi Kooshki (Siavash), Emad Emami (Alì), Shirin Aghakashi (Esmat), Mojtaba Pirzadeh (Madjid), Sahra Asadollahe (Mojgan), Ehteram Boroumand (signora Shahnazari), Sam Valipour . (Sadra)
Soggetto
In seguito a cedimenti strutturali e a urgenti lavori di riparazione, Emad e Rana, giovane coppia di attori, devono lasciare la loro casa nel centro di Teheran. L'amico Babak li aiuta a trovare una nuova sistemazione senza però dire loro niente della precedente inquilina...
Valutazione Pastorale
Tutto accade dopo il 'prologo', ossia dopo lo sgombero forzato dalla vecchia casa e l'arrivo in quella nuova. Insieme allo scenario cambia anche il contenuto, e gli attori devono mutare ruoli e rispettive parti. L'intercalare della vicenda principale con i momenti della messa in scena a teatro di "Morte di un commesso viaggiatore" di Arthur Miller invita a creare questo doppio binario, o ricambio tra una storia reale e una fittizia. Forse a lungo andare l'esito assume toni un po' didascalici e il processo al 'cliente' diventa una specie di regolamento di conti che il cittadino si prende contro tutto ciò che nell'Iran di oggi non va ancora o non va come dovrebbe. Reduce dagli affascinanti teoremi al centro di "Una separazione" (Premio Oscar per il miglior film straniero), Farhadi si tuffa in una nuova ricerca di verità, ma si confronta con una narrazione ad alto tasso di metafora e di ricerca di complicità. Il tono non è sempre azzeccato eppure lo svolgimento coinvolge quanto basta a confermare la sensazione di un cinema iraniano maturo e con lo sguardo rivolto verso temi più importanti e urgenti. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e da affidare a dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in occasioni mirate come proposta di film d'autore di notevole interesse, adatto per una riflessione su una cinematografia in crescita e sul linguaggio filmico di si serve.