Orig.: Francia (2004) - Sogg.: tratto dal romanzo "Le Club de la dernière chance" di Marian Keyes - Scenegg.: Marie Anne Chazel, Benjamin Legrand - Fotogr.(Panoramica/a colori): Pascal Caubere - Mus.: Pascal Andreaccio - Montagg.: Catherine Kelber - Dur.: 93' - Produz.: Ouille Productions, Acacia Films Productions, Capac.
Interpreti e ruoli
Giovanna Mezzogiorno (Kathy), Pierre Palmade. (Yann), Nathalie Corré (Tara), Franck Dubosc (Léo Melville), Marthe Villalonga (Jeanne Marie), François Morel (Thomas), Arnaud Giovaninetti (Romain), Michel Scotto Di Carlo (Alfredo), Esse Lawson (Coralie), Julie Judd (Annie), Elodie Hesme . (Nadège)
Soggetto
Diventati amici da bambini nella loro isola bretone, Kathy, Tara e Yann si promettono aiuto reciproco per la loro vita futura e soprattutto nel momento in cui tutti e tre, ormai grandi, si trasferiscono a Parigi. Nella capitale Yann si occupa di moda e, da omosessuale, convive felice con Alfredo. Tara sta invece con Thomas, un professore egocentrico e meschino con cui ha frequenti scontri verbali che le procurano una bulimia accentuata. Kathy invece, affermata professionalmente, vive sola, diffidente sul piano sentimentale al punto che scoraggia anche le avances di Roman, uno dei suoi colleghi. Quando Yann ritiene di avere una malattia irreversibile e viene ricoverato in ospedale, convoca le due amiche e dà loro un ultimatum: se non vogliono vederlo morire in breve tempo, devono impegnarsi l'una a lasciare Thomas, l'altra a vivere finalmente una bella storia d'amore. Tara e Kathy accettano ma da quel momento le cose si complicano sempre più. Kathy accetta la corte di Roman, ma poi spunta un'altro spasimante e la situazione diventa ingestibile. Tara vorrebbe che Thomas la sposasse e difronte al suo rifiuto trova il coraggio per andarsene di casa. Ma la vera sorpresa è che Yann guarisce. Tutti e tre ora fanno ritorno verso l'isola della loro infania. E brindano alla vita.
Valutazione Pastorale
Si tratta di una commedia francese da collocare sul versante opposto di quelle, robuste e intense, che hanno decretato la fortuna di questo genere. Qui tutto è insopportabilmente inutile e stucchevole. Il copione non trova mai un solo momento di spontaneità. Tutto é finto, fasullo, scritto riciclando buonismo sociale e stereotipi affettivi. A lungo andare subentra il disinteresse: poco importa di quello che fa o farà il trio protagonista. Ma in realtà nessuno fa niente, e il finale con il brindisi sulla barca é talmente posticcio da risultare liberatorio. Un film sbagliato, in cui è coinvolta anche la pur valida Giovanna Mezzogiorno e che, dal punto di vista pastorale, é da valutare come inconsistente e punteggiato da non poche scabrosità.
UTILIZZAZIONE: il film può anche essere utilizzato in programmazione ordinaria ma il suo modesto livello non induce certo a prenderlo in considerazione. Attenzione é da tenere per i minori in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.