Orig.: Messico/Spagna/Argentina/Francia (2002) - Sogg.: tratto dal romanzo di José Maria Eca de Queiroz - Scenegg.: Vicente Lenero - Fotogr.(Panoramica/a colori): Guillermo Granillo - Mus.: Rosino Serrano - Montagg.: Oscar Figueroa - Dur.: 120' - Produz.: Arturo Ripstein, Daniel Birman Ripstein, José Maria Morales - VIETATO AI MINORI DI 14 ANNI.
Interpreti e ruoli
Gael Garcia Bernal (padre Amaro), Ana Claudia Talancon (Amelia), Sancho Gracia (padre Benito), Ernesto Gomez Cruz (il vescovo), Damian Alcazar (padre Natalio), Luisa Huertas (Dionisia), Pedro Armendariz (il sindaco)
Soggetto
Il giovane padre Amaro, neo sacerdote, arriva per il suo primo incarico nella parrocchia del villaggio messicano di Los Reyes. Accolto dal parroco, padre Benito, lo segue nelle sue attività quotidiane e anche nei pranzi che vengono consumati presso la trattoria di Augustinas. Costei presenta a Amaro la giovane figlia Amelia e aggiunge che è impegnata in parrocchia con il catechismo. Ben presto Amelia dice ad Amaro di volersi confessare, lui accetta e la ascolta mentre parla della sua sessualità. Tra i due nasce una attrazione reciproca, che si concretizza quando un giorno in chiesa i due si baciano e poi avviano una relazione che consumano in una stanza dell'appartamento del sacrestano. Intorno vanno avanti altre situazioni. Padre Benito, che ha come amante Augustinas, interviene alle cerimonie per la costruzione del nuovo ospedale finanziato con i soldi dei narcotrafficanti. Padre Natalio, che sta dalla parte dei contadini sfruttati dai latifondisti, viene accusato di sovversione e il Vescovo lo sospende. Ruben, che era fidanzato con Amelia, ora fa il giornalista e vuole indagare sui traffici locali e sui rapporti con la Chiesa. In questi contesti, Amelia informa Amaro di essere incinta, gli suggerisce di rinunciare alla tonaca, ma lui ribatte di sentirsi sacerdote e di volerlo restare. Allora, come unica soluzione, porta di notte Amelia in una clinica clandestina dove si praticano aborti. L'intervento però non riesce. Amelia perde sangue e poi muore. Della morte vengono incolpati altri, e tutto in breve è messo a tacere. Amaro ha preso il posto di Benito e ora celebra messa in parrocchia.
Valutazione Pastorale
"Se il celibato fosse facoltativo la Chiesa avrebbe meno problemi": é una delle frasi fatte pronunciare a padre Amaro e che può essere presa come emblematica di un film che, volendo dimostrare a priori e in modo pregiudiziale la problematicità del celibato, mette insieme un cumulo inarrestabile di faziosità e di situazioni precostituite. I cascami del peggior melodramma anni Cinquanta vengono ripescati per sollecitare nello spettatore voyeurismo, disprezzo per la Chiesa, e soprattutto derisione unilaterale senza la minima parvenza di un contraddittorio. Un'operazione che denota oscurantismo culturale, frutto di una denigrazione meditata e preparata con cura. Il film, dal punto di vista pastorale, é da respingere, valutandolo come inaccettabile e nell'insieme fuorviante.
UTILIZZAZIONE: l'utilizzazione è da evitare, sia in programmazione ordinaria sia in altre circostanze. Pur avendo il divieto ai minori di 14 anni, molta attenzione è da tenere per i minori in caso di passaggi televisivi.