Orig.: Italia (1999) - Sogg. e scenegg.: Roberto Andò e Salvatore Marcarelli liberamente ispirati a "Palermo anni '50" di Gioacchino Lanza Tomasi (prefazione a 'Lezioni di letteratura inglese' in 'Opere' di Tomasi di Lampedusa, Mondadori, 1995) e a "Ricordo di Lampedusa" di Francesco Orlando seguito da "Da distanze diverse", Bollati Boringhieri, 1996 - Fotogr.(Scope/a colori): Enrico Lucidi - Mus.: Marco Betta - Montagg.: Massimo Quaglia - Dur.: 95' - Produz.: Sciarlò.
Interpreti e ruoli
Michel Bouquet (Tomasi di Lampedusa), Paolo Briguglia (Marco Pace), Laurent Terzieff ( giovane), Giorgio Lupano (Marco Pace), Massimo De Francovich ( vecchio), Jeanne Moreau (Guido Lanza), Leopoldo Trieste ( giovane), Sabrina Colle (Guido Lanza), Veronica Lazar ( vecchio), (Alexandra), ( moglie di Lampedusa), (Lucio Piccolo)
Soggetto
A Roma, oggi. Da tempo Guido Lanza segue con ostinazione Marco Pace,nell'intento di avere un colloquio con lui. Pace però si nega, svicola, evita sempre l'incontro. Parte il flashback, ed ecco i due a Palermo alla metà degli anni Cinquanta. Giovani e vivaci, sono i discepoli preferiti del principe Tomasi di Lampedusa. Marco é di estrazione borghese, figlio di un noto professionista, e ascolta avidamente le lezioni di letteratura inglese impartite dal principe. Guido é aristocratico, vive l'atmosfera della famiglia e del principe può considerarsi il figlio adottivo. E' proprio a cena a casa Tomasi che Marco e Guido si conoscono e cominciano un'amicizia destinata a passare attraverso momenti ora di intesa ora di incomprensione. Sia nei confronti del principe sia verso altre amicizie anche femminili, emergono le differenze tra i due, delle quali Lampedusa ben si rende conto. Così un giorno Tomasi, in occasione di una visita di Pace, gli consegna un manoscritto, chiedendogli un parere. Giorni dopo, Pace torna e gli dice: "Lei ha scritto un romanzo che non le somiglia". E' "Il Gattopardo", che poco dopo Elio Vittorini rifiuterà, provocando a Lampedusa un dolore non più cancellabile. Si torna a Roma, oggi. Dalla finestra Marco guarda Guido da lontano. Con un cenno degli occhi i due si salutano.
Valutazione Pastorale
Di grande interesse e sicuramente azzeccata l'idea del giovane regista Andò di riportare l'attenzione su Giuseppe Tomasi di Lampedusa. A lui, nobile e isolata figura di letterato, é legato il caso de "Il gattopardo", romanzo prima rifiutato e poi valutato come uno dei testi centrali della letteratura italiana del Novecento. Ispirato a due testi (uno di Lampedusa stesso, l'altro di Francesco Orlando, il suo vero allievo), il racconto si dipana nella ricostruzione di una Palermo anni Cinquanta carica di calore e di colori, dentro la quale i tempi lenti della vita quotidiana favoriscono la lettura, la riflessione, la speculazione filosofica. Di fronte all'incombere di nuove istanze sociali, Lampedusa appare come il prototipo dell'uomo aperto e insieme diffidente, fratello ideale di poeti antichi e moderni ma guardingo di fronte ai cambiamenti. I ragazzi lo frequentano da due differenti angolazioni. La rievocazione è ben fatta, i dialoghi sono intelligenti e sottili, il tono intellettuale in qualche passaggio un po' artificioso é però sincero e appassionato, diretto al fondo dell'anima. I tre sono legati dalla ricerca di una autenticità interiore, da un'amicizia che diventa arricchimento reciproco. Coniugando malinconia, scetticismo e sentimento, il film propone una tavolozza visiva efficace e ricca di stimoli. Operazione di valore dunque che, dal punto di vista pastorale, va valutata senz'altro come positiva, complessa nelle molte sfumature che offre e adatta a dibattiti.
UTILIZZAZIONE: per il suo tono anche spettacolare ( è girato in cinemascope), il film é da utilizzare in programmazione ordinaria. Da recuperare naturalmente in numerose occasioni per le molte suggestioni che propone: cinema/letteratura, Italia anni Cinquanta, vita/arte...