Il mio profilo migliore

Valutazione
Complesso, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Amore-Sentimenti, Metafore del nostro tempo
Genere
Drammatico
Regia
Safy Nebbou
Durata
101'
Anno di uscita
2019
Nazionalità
Francia
Titolo Originale
Celle que vous croyez
Distribuzione
I wonder pictures
Soggetto e Sceneggiatura
Camille Laurens, Safy Nabbou, Julie Peyr
Fotografia
Gilles Porte
Musiche
Ibrahim Maalouf
Montaggio
Stéphane Pereira

Interpreti e ruoli

Juliette Binoche (Claire Millaud), Francois Civil (Alex Chelly ), Nicole Garcia (La dottoressa Catherine Bormans), Guillaume Gouix (Ludovic Gouix), Charles Berling (Gilles), Claude Perron (Solange)

Soggetto

Claire è un’insegnante cinquantenne, divorziata e madre di due figli. Ha un giovane amante, Ludo, e per tenerlo d’occhio, tramite il suo miglior amico e socio, Alex, crea un falso profilo e si trasforma nella venticinquenne Clara….

Valutazione Pastorale

Il nuovo film del regista francese Safy Nebbou, basato sull'omonimo romanzo di Camille Laurens “Quella che vi pare” (2016), racconta la storia di Claire, interpretata da Juliette Binoche – Premio Oscar per “Il paziente inglese” (1997) –, insegnante cinquantenne che non riesce a superare l’abbondono del marito per una ragazza più giovane. Vive una relazione con Ludo, ma è una storia superficiale, almeno da parte dell’uomo, ed è per questo, ma non solo, che Claire si reinventa giovane e bella: diventa Clara e comincia una storia virtuale con Alex. Questa finzione finisce per diventare, per lei, più vera della realtà stessa. A nulla valgono i richiami della sua psicoterapeuta, di cui non si fida e che continuamente sfida. Sarà una serie di colpi di scena, non del tutto sorprendenti per lo spettatore, a imporle di scegliere e questa scelta avrà conseguenze devastanti per tutti. La possibilità di costruire, deformare, falsificare la nostra identità attraverso la realtà virtuale e i social media è un tema molto trattato in questi anni da psicologi, filosofi e sociologi, e anche il cinema ha fatto la parte. Il regista Nebbou non vuole giudicare né mettere in guardia sui pericoli disseminati in Rete, semplicemente racconta la storia di persone fragili, incapaci di gestire i propri sentimenti e di valutare le ripercussioni delle proprie azioni sugli altri. Il film mette a fuoco un problema attuale, il nostro rapporto son i social media e le continue dispersioni, sorretto da una Juliette Binoche sempre in parte (dà il meglio di sé nei duetti con la terapeuta); il copione è buono ma non del tutto originale – molti film ormai si giocano su questi temi – e la regia svolge il proprio ruolo senza particolare vigore. Dal punto di vista pastorale il film è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film può essere utilizzato in una programmazione mirata come ulteriore possibilità per discutere su opportunità e rischi in Rete.

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