Interpreti e ruoli
Francesco Turbanti (Gioacchino da Fiore), Nikolay Moss (Riccardo I d'Inghilterra), Elisabetta Pellini . (Costanza d'Altavilla), Giancarlo Martini (Ahàron)
Soggetto
30 marzo 1202, è l’ultimo giorno di vita per l’abate-teologo Gioacchino da Fiore. Un momento in cui rilegge la sua esistenza, le numerose sfide fronteggiate per fondare la Congregazione florense e il monastero di Fiore sulla Sila (oggi San Giovanni in Fiore). Il monaco, nel corso della sua vita, si è fatto conoscere per i suoi scritti e studi teologici riguardanti la “Terza Epoca” e il Libro dell’Apocalisse…
Valutazione Pastorale
“Un film evocativo. Un viaggio poetico e fantastico tra gli archetipi dell’esistenza e il viaggio dantesco e ultraterreno che tutti, credenti e atei, dovremo intraprendere. Una pellicola che suscita interrogativi sulla vita e sul mondo in cui viviamo, non tanto perché riapre l’interesse per la figura di Gioacchino da Fiore, ma perché pone l’attenzione sul pensiero del riformatore monastico e fondatore dell’Ordine florense”. Così il regista Jordan River nel raccontare il suo film “Il monaco che vinse l’Apocalisse” sul teologo medievale Gioacchino da Fiore, figura di riferimento per la Chiesa cattolica, di cui è in corso la causa di beatificazione; ricordato da papa Francesco nel Messaggio per la Giornata mondiale per la cura del creato come colui che “in un tempo di lotte sanguinose, di conflitti tra Papato e Impero, di Crociate, di eresie e di mondanizzazione della Chiesa, seppe indicare l’ideale di un nuovo spirito di convivenza tra gli uomini, improntata alla fraternità universale e alla pace cristiana, frutto di Vangelo vissuto” (1° settembre 2024). Nel film “Il monaco che vinse l’Apocalisse” Jordan River – che firma il copione insieme a Michela Albanese – ne esplora l’eredità teologica, religiosa e culturale, ricordando le influenze del suo pensiero nei secoli successivi, dai richiami di Dante Alighieri nella “Divina Commedia” (“Paradiso”, canto XII) a quelli di Michelangelo o del filosofo tedesco Hegel. Il film, interpretato da Francesco Turbanti, Nikolay Moss, Elisabetta Pellini, Bill Hutchens e Giancarlo Martini, alterna una ricostruzione storico-scenica di finzione con momenti di approfondimento sul pensiero di Gioacchino da Fiore, unendo dunque un impianto strettamente narrativo a momenti di respiro didascalico-culturale. Un racconto agile e coinvolgente giocato in 90 minuti ben bilanciati tra inserti di finzione, focus esplicativi e suggestioni visive, tra valorizzazione paesaggistica delle terre calabresi e un controllato utilizzo di effetti speciali (la ricostruzione del Drago a sette teste menzionato nel Libro dell’Apocalisse). Forte di un coinvolgimento del territorio e delle istituzioni calabresi, con il supporto del Centro internazionale di studi gioachimiti, Jordan River ha realizzato un film pensato per promuovere la conoscenza della figura, del pensiero e dell’eredità di Gioacchino da Fiore, rivolgendosi a un pubblico ampio e differenziato, accompagnando il processo di beatificazione del monaco e offrendo un titolo valido per fare esperienza del clima giubilare. Il film, infatti, è in uscita nelle sale italiane nel mese di dicembre 2024, in prossimità dell’apertura della Porta Santa. L’opera è consigliabile, semplice, adatta per dibattiti.
Utilizzazione
Indicato per la programmazione ordinaria e per successive occasioni di dibattito.