Orig.: Italia (2010) - Sogg. e scenegg.: Giancarlo De Cataldo, Graziano Diana, Simona Izzo, Ricky Tognazzi (collaborazione di Dino Giarrusso) tratti dall'opera letteraria "Il padre e lo straniero" di Giancarlo De Cataldo - Fotogr.(Scope/a colori): Tani Canevari - Mus.: Carlo Siliotto - Montagg.: Carla Simoncelli - Dur.: 113' - Produz.: Grazia Volpi in collaborazione con Rai Cinema.
Interpreti e ruoli
Alessandro Gassman (Diego), Amr Waked (Walid), Ksenia Rappoport (Lisa), Leo Gullotta (Santini), Nadine Labaki (Zaira), Emanuele Salce (Mazzoleni), Lavinia Biagi (Chiara), Emidio La Vella (Colasanti), Claudio Spadaro (dott. Valenti), Mohamed Zouaui (Michel Arabesque), Leonardo Della Bianca (Giacomino), Ilary Branco (Yusef), Giuseppe Manfridi (sacerdote)
Soggetto
A Roma oggi l'italiano Diego e l'arabo Walid si conoscono in una struttura ospedaliera dove sono in cura i rispettivi figli disabili. Diego si lascia convincere a seguire Walid in luoghi e in iniziative quasi sempre misteriosi. Quando Walid sparisce senza lasciare traccia, Diego è seguito e indagato dai Servizi Segreti. Ad un certo punto l'arabo sembra essere stato ucciso, ma invece é vivo e dopo un anno lui e Diego si ritrovano, per continuare la loro amicizia.
Valutazione Pastorale
La famiglia, l'handicap, i bambini, il mondo arabo, la morte, la vita: chi vuole può proseguire, aggiungendo altri argomenti. Perché c'è tanta carne al fuoco in questa 'opera letteraria' di De Cataldo e in questo copione che ne segue. Se non si sa da dove cominciare é perché il copione offre ben poco aiuto. Una spruzzata di tutto, e poco amalgama dell'insieme. Diego appare come uno spaesato in totale balia dell'arabo, al quale non sa o non vuole opporre alcunché. Si lascia trasportare dalle riflessioni, dalle sentenze, dalla frasi poetiche di Walid in una trance mistica invero abbastanza studiata a tavolino. E' una favola? Forse. Un inizio di dialogo profondo ? Forse. Ma sulla pienezza dell'affrontare vita e morte, sulla bellezza dei bambini e la loro unicità da difendere sempre, la storia indulge in qualche banalità di troppo. Resta che i temi proposti, tutti, sono importanti e meritevoli di attenzione. Dal punto di vista pastorale il film é da valutare come consigliabile, anche se segnato da superficialità.
Utilizzazione
Il film é da utilizzare in programmazione ordinaria e in seguito in altre occasioni da proporre sugli argomenmti indicati, anche se con i limiti suggeriti sopra.