Orig.: Italia (2000) - Sogg.: dal romanzo omonimo di Beppe Fenoglio - Scenegg.: Guido Chiesa, Antonio Leotti - Fotogr.(Panoramica/a colori): Gherardo Rossi - Mus.: Alexander Balanescu - Montagg.: Luca Gasparini - Dur.: 135' - Produz.: Domenico Procacci.
Interpreti e ruoli
Stefano Dionisi (Johnny), Claudio Amendola (Nord), Andrea Prodan (Pierre), Fabrizio Gifuni (Ettore), Alberto Gimignani (Biondo), Giuseppe Cederna (Nemega), Chiara Muti (Elda), Umberto Orsini (Pinin), Felice Andreasi (Mugnaio)
Soggetto
Tornato ad Alba in Piemonte all'indomani dell'8 settembre, Johnny, studente di letteratura inglese, parte solitario per le colline delle Langhe e si unisce alla prima banda che incontra capeggiata da un comunista. Quando questa formazione é costretta a sbandare sotto l'attacco tedesco, Johnny non prova a riunirsi ai superstiti né cerca di tornare a casa. Va invece con le formazioni azzurre, composte da militari dell'ex-esercito regio. Il loro capo, Nord, lo affida al presidio di Mango come secondo del tenente Pierre. Anche qui Johnny non si sente a proprio agio. Dopo la drammatica perdita di Alba, il gruppo di Nord, inseguito dai nazifascisti, scappa per boschi e forre. Johnny riesce a salvarsi, trovando rifugio nella cascina della contadina Rina. Mentre gli altri si disperdono (Pierre presso la fidanzata, Ettore prigioniero dei fascisti), Johnny passa l'inverno del '44 da solo nella cascina saccheggiata. E in questa condizione estrema, tra fame freddo e spie, trova le vere motivazioni del suo trovarsi lì e si sente più maturo. Alla fine dell'inverno, Johnny é uno dei pochi partigiani sopravvissuti. Quando la rinata formazione di Pierre parte all'inseguimento di una pattuglia fascista, Johnny é il primo a farsi avanti. I partigiani però cadono in un'imboscata: Johnny assiste alla morte di altri due reduci dall'inverno, Set e Tarzan. Allora, rimasto senza munizioni, afferra l'arma di Tarzan e si alza per sparare ancora. Due mesi dopo la guerra era finita.
Valutazione Pastorale
Impresa sicuramente ardua quella di portare sullo schermo "Il partigiano Johnny", romanzo che Beppe Fenoglio, traendo spunto da appunti presi durante l'esperienza partigiana, aveva cominciato a scrivere nei primi anni '50 come una sorta di epopea del periodo 1940-'45. Una prima stesura del romanzo esce nel 1959 con il titolo "Primavera di bellezza". Fenoglio muore poi per un tumore ai bronchi il 18 febbraio 1963. Solo nel 1968 viene pubblicato il testo integrale e non completato da Fenoglio, con il titolo attuale non suo. Un'opera complessa dunque, perché concepita in momenti diversi e sotto vari influssi emotivi e perchè, soprattutto, riflesso di una presenza anomala all'interno della vicenda della Resistenza. Dietro Johnny c'è appunto Fenoglio stesso, appassionato di letteratura inglese, studente dal carattere appartato e non facile agli entusiasmi. Fenoglio/Johnny non ha dubbi sul fatto che ci si debba impegnare contro i nazifascisti ma non si sente in sintonia con le persone che si trova accanto. Una situazione atipica, fatta di sfumature, chiaroscuri, indecisioni, slanci mai trionfalistici. Il regista Chiesa solo in parte riesce a restituire il senso di questa complessa materia: 135' con molte ripetizioni, figure appena abbozzate, qualche passaggio non ben esplicitato. Tuttavia lo sforzo produttivo é notevole, le atmosfere sono ricostruite con aderenza, l'operazione é da elogiare. Dal punto di vista pastorale, è positivo il fatto che il film si proponga come affresco storico aperto e non omologato: da valutare come accettabile,e realistico nel tono generale del racconto.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria. Da recuperare in molte occasioni, anche in ambito scolastico e didattico, nel rapporto sia con il romanzo sia con altri film sulla resistenza.