Orig.: Francia (2001) - Sogg.: tratto da una leggenda francese del 1700 - Scenegg.: Stephane Cabel (adattamento: Stephane Cabel, Christopher Gans) - Fotogr.(Scope/a colori): Dan Laustsen - Mus.: Joseph Lo Duca - Montagg.: Sebastien Prangere, David Wu - Dur.: 142' - Produz.: Samuel Hadida, Richard Grandpierre - VIETATO AI MINORI DI 14 ANNI.
Interpreti e ruoli
Samuel Le Bihan (Gregoire De Fronsac), Vincent Cassel (Jean Francois De Morangias), Monica Bellucci (Sylvia), Jeremie Renier (Thomas D'apcher), Emilie Dequenne (Marianne De Morangias), Mark Dacascos (Mani), Jean Yanne, Jean-François Stevenin, Jacques Perrin, Johan Leysen, Bernard Farcy, Bernard Fresson
Soggetto
Francia, 1766, durante il regno di Luigi XV. I contadini della regione di Gévaudan sono in preda al terrore. Nelle campagne avvolte dalla nebbia una bestia si aggira infuriata. Uccide donne e bambini e le fa a pezzi. Si organizzano squadre per seguire le sue tracce, ma tutto sembra inutile. Il re, sempre più preoccupato, invia sul posto Gregoire de Fronsac, scienziato illuminista e studioso di omicidi. Gregoire, accompagnato da Mani, un indiano taciturno e atletico, comincia a girare, a far domande, a chiedere informazioni. Molti tacciono, ad aiutarlo ci sono il giovane marchese d'Apcher, aristocratico illuminista, Sylvia, cortigiana di origine italiana, e Marianne, la ragazza di cui Fronsac si è innamorato. Proprio durante un incontro tra i due a casa della balia di Marianne, la bestia fa irruzione e, attraverso mosse impreviste, mette Fronsac in grado di capire che si tratta di un leone con una spessa corazza sopra che agisce per ordine di un misterioso personaggio. Nelle ricerche successive, Mani muore, colpito da un proiettile che utilizza solo Jean Francois de Morangias, conte di Moncan. Alla ricerca del conte, Fronsac viene arrestato, Sylvia va a trovarlo e, con il veleno, lo elimina. Prima gli ha raccontato che la Bestia, animale portato dall'Africa, é uno strumento di cui si serve la Setta dei Lupi con a capo il locale curato Sardis e Jean Francois per tenere sotto terrore e superstizione il popolo e prolungare il potere temporale dei religiosi minacciato dai nuovi illuministi. Intanto Jean Francois cerca di possedere Marianne con la violenza, anche dopo aver saputo che si tratta di sua sorella. Marianne dovrebbe essere eliminata ma, durante la cerimonia della Loggia del potere, arriva Fronsac, che non era morto, perché Sylvia è in realtà un agente del re. Moncan e la belva sono eliminati. Fronsac e Marianne, partono inseme per l'Africa, e il marchese d'Apcher ha il compito di raccontare anni dopo questa vicenda, proprio mentre infuria il terrore rivoluzionario.
Valutazione Pastorale
La storia della Bestia di Gévaudan é autentica, documentata da giornali e testimonianze d'epoca. La versione che ne offre il regista Cristophe Gans é un incredibile guazzabuglio di stili e un pasticciaccio storico demagogico e incongruente. In ordine appunto a questa seconda prospettiva, il racconto equipara quella chiesa francese ad una Bestia pronta a seminare terrore e morte pur di non perdere potere e privilegi, traccia come al solito una linea manichea tra i cattivi tutti da una parte (il maligno curato, il perfido aristocratico) e i buoni tutti dall'altra ( gli illuministi), con i primi pronti a qualunque efferatezza pur di togliere di mezzo i secondi. Sul piano narrativo poi questo assunto si traduce in uno spettacolo che, facendo ricorso alla computer grafica, dà ampio spazio a sequenze più pertinenti in un film dell'horrore, con compiaciuta visualizzazione di sangue e affini. Ne deriva un pasticcio inestricabile, che alla fine scontenta tutti. Restano solo rumori, omicidi, sbranamenti, e pretestuosità storiche di vario tipo. Un'occasione totalmente mancata, e un film che, dal punto di vista pastorale, é da valutare come inaccettabile, e decisamente violento.
UTILIZZAZIONE: non si vedono possibili utilizzazioni né in programmazione ordinaria né in altre circostanze. Attenzione per i minori in occasione di passaggi televisivi.