Orig.: Portogallo/Francia (2002) - Sogg.: tratto dal romanzo "Joia de familia" di Agustina Bessa Luis - Scenegg.: Manoel de Oliveira - Fotogr.(Panoramica/a colori): Renato Berta - Mus.: brani da "I capricci" di Niccolò Paganini eseguiti da Shomo Mintz - Montagg.: Manoel de Oliveira, Catherine Krassovsky - Dur.: 132' - Produz.: Paulo Branco.
Interpreti e ruoli
Leonor Baldaque (Camilla), Leonor Silveira (Vanessa), Isabel Ruth (Celsa), Ivo Canelas (Antonio Clara), Ricardo Trepa (José Feliciano), José Manuel Mendes (Torcato Roper), Luis Miguel Cintra (Daniel Roper), Carmen Santos . (Joana)
Soggetto
Celsa, governante di casa Clara, combina l'incontro, destinato a sfociare nelle nozze, tra il ricco erede Antonio Clara e Camilla, figlia di famiglia altoborghese prossima al fallimento. Di Camilla é da sempre innamorato José Feliciano, figlio di Celsa. Antonio e Camilla si sposano ma, dopo poco tempo, il loro rapporto si affievolisce, scadendo in un reciproco disinteresse. Antonio da parte sua ha avviato una relazione con Vanessa, una donna dedita, insieme a José Feliciano, ad attività illecite, tra cui una casa d'appuntamenti. Dopo che la polizia è stata a casa di Camilla, José Feliciano le dice che la rovina per tutti é imminente e la colpa é di Vanessa. Una sera nel locale di quest'ultima scoppia un incendio. Antonio muore e solo ora si può rivelare che anche lui era figlio di Celsa. Mentre Vanessa dal Portogallo scappa in Spagna, José Feliciano viene chiuso in prigione. Camilla, ereditate le fortune del marito, va dall'avvocato a perorare la causa del suo innamorato.
Valutazione Pastorale
Imperturbabile, come se il tempo si fosse fermato, il 94enne Manoel de Oliveira continua a costruire apologhi raffinati e rarefatti, lunghi e dilatati (qui 132'), nei quali osserva con la pazienza dell'esperienza ma con la curiosità di chi non sa ancora tutto i fili spesso invisibili delle relazioni umane, la presenza del bene e del male, dell'agire, del riflettere. Il titolo é punto di partenza e d'arrivo: l'idealità dei principi si scontra con la fragilità dell'uomo e della donna, l'attrazione per la ricchezza sottrae spazio all'amore, spesso la fede non è sufficiente. Guardando con spietata lucidità i meccanismi che regolano lo svilupparsi delle mentalità, il regista disegna in punta di immagine l'incertezza del vivere, in cui la verità é un prisma, la religione si muove tra misticismo e freddezza, il quadro di fondo, pur moderno, ha colori e sapori antichi, da romanzo popolare ottocentesco. Una meditazione, quindi, una metafora sulla ricerca dell'equilibrio, con parti riuscite, e stimolanti, altre più eccepibili, troppo artificiose e solo formali. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come discutibile, complesso, e adatto a dibattiti.
UTILIZZAZIONE: lo stile non facile e la densità della scrittura fanno rivolgere il film più ad un utilizzo in programmazioni mirate, per ricavarne i giusti stimoli e avviare riflessioni su Oliveira, sul suo cinema/sintesi di un secolo di immagini e di letteratura.