Orig.: Italia (2015) - Sogg.: Leonardo Pieraccioni - Scenegg.: Leonardo Pieraccioni, Giovanni Veronesi, Domenico Costanzo - Fotogr.(Scope/a colori): Fabrizio Lucci - Mus.: Gianluca Sibaldi - Montagg.: Patrizio Marone - Dur.: 92' - Produz.: Marco Belardi per Lotus Production con RAI Cinema in collaborazione con Levante.
Interpreti e ruoli
Leonardo Pieraccioni (Umberto), Laura Chiatti (Morgana), Davide Marotta (Arnaldo), Sergio Friscia (Vincenzo), Nicola Acunzo (calabrese), Massimo Ceccherini (Tinto), Flavio Insinna (direttore del carcere), Lorenza Cesarini (Sveva), Manuela Zero (Mia), Emanuela Aurizi (sposina), Lucianna De Falco (signora Mammolotti), Lisa Ruth Andreozzi (Martina), Sabrina Paravicini (ex moglie di Umberto), Nicola Nocella (agente Nocella), Lorenzo Renzi (Hannibal), Guido Genovesi . (Guidino)
Soggetto
Per evitare il fallimento della propria ditta di costruzioni, Umberto prova insieme ad un suo dipendente un colpo in banca che finisce però in modo maldestro e con una condanna a quattro anni di carcere. La detenzione sta per finire e ora Umberto lavora di giorno nella biblioteca del paese situata nell'isola di Ventotene. Una sera, in prigione, dopo la proiezione di un film e un dibattito aperto al pubblico, conosce Morgana che insegna balli moderni...
Valutazione Pastorale
Le ricorrenze tonde sono difficili da dimenticare, e questa Pieraccioni l'ha sottolineata subito, in apertura della conferenza stampa seguita alla proiezione del film: sono venti anni esatti dall'uscita in sala de "I laureati" che nel 1995 lanciò il 'fenomeno Pieraccioni'. Venti anni e, oltre a quello d'esordio, altri 11 film come attore/regista, di successo in successo ma da un certo momento in poi con minore convinzione. E' infatti almeno da "Io e Marilyn" (2009) che la verve del tutto fare toscano (è anche musicista e cantante)va in calando. Veniamo a questo ultimo film e ci apprestiamo a seguire le 'imprese' di Umberto, colpevole di un quasi niente che gli costa quattro anni di carcere. Una esagerazione che si dilata lungo tutta la vicenda e invade fatti, fattarelli e personaggi di contorno. Piccole/grandi forzature narrative entrano nel tessuto narrativo, si incrociano con equivoci, imprevisti, infortuni. Pieraccioni prova a tenere in piedi la vicenda che tuttavia inciampa in un copione fiacco, ripetitivo e carico di forzature comiche. Si ride poco, con parsimonia, e la verve goliardica del protagonista resta intinta nei faticosi contraddittori con i coprotagonisti, con figure di contorno abbozzate con fretta (Ceccherini, Marotta, Friscia, Insinna. Andrebbe tutto bene se non che, dopo venti anni, uno si aspetta qualcosa di più robusto, concreto, anche imprevedibile sotto il profilo umoristico. Il tono continua ad essere piacevole ma copione e regia si rincorrono e girano a vuoto senza creare sorprese. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile (per una generale positività)e nell'insieme decisamente semplice.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni come commedia di facile e immediato consumo.