Il professore cambia scuola

Valutazione
Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Giovani, Politica-Società, Scuola
Genere
Commedia
Regia
Olivier Ayache-Vidal
Durata
106'
Anno di uscita
2019
Nazionalità
Francia
Titolo Originale
Les grands esprits
Distribuzione
P.F.A. Films, Emme Cinematografica
Soggetto e Sceneggiatura
Olivier Ayache-Vidal, Ludovic du Clary
Fotografia
David Cailley
Musiche
Martin Caraux
Montaggio
Alexis Mallard

Prod.: Alain Benguigui, Thomas Verhaeghe.

Interpreti e ruoli

Denis Podalydes (François Foucault), Abdoulaye Diallo (Seydou), Tabono Tandia (Maya), Pauline Huruguen (Chloé), Alexis Moncorgé (Gaspard), Emmanuel Barrouyer (Preside)

Soggetto

Insegnante in un prestigioso liceo di Parigi, Francois Foucalt vuole fare bella figura agli occhi di una funzionaria del ministero. Si lascia così andare ad alcune dichiarazioni che risultano però intempestive e lo mettono nella condizione di accettare il trasferimento in una scuola della periferia cittadina. Per Francois comincia una nuova vita…

Valutazione Pastorale

Olivier Ayache-Vidal (Parigi, 1969) realizza una trentina di reportage per l’UNESCO, poi dal 2002 dirige alcuni cortometraggi di taglio sociale, infine esordisce con questo "Il professore cambia" scuola che è il suo primo lungometraggio di finzione. Al centro del racconto c’è Francois Foucault, che quasi controvoglia si trova a passare dalla realtà cittadina a quella della periferia, un mondo per lui del tutto sconosciuto. Quelli che Francois si trova di fronte sono ragazzi inevitabilmente abituati a modi poco formali e per niente convenzionali, a parole e atteggiamenti che richiedono la risposta giusta e non dichiarazioni di ostilità. Insomma Francois (dietro al quale è facile intravedere il regista stesso), arriva per trasferire in quel territorio "nuovo" il suo stesso metodo educativo, ma capirà a sua spese che una stessa pedagogia non va bene per ogni caso. Anzi bisogna trovarne di nuove, e il punto giusto emerge solo dopo una forte condivisione fatta di dialogo, ascolto, scambio di opinioni. E’ interessante sentire direttamente il regista: “Volevo essere realistico, non per avvicinarmi al documentario, ma per rafforzare la finzione. A contatto con gli studenti, mi è stato chiaro da subito che erano gli unici in grado di trasferire le loro parole sullo schermo e che nessuno meglio di loro avrebbe potuto incarnare quei personaggi... Pertanto, solo i ruoli principali della sceneggiatura sono stati interpretati da attori professionisti(…)”. Nell'insieme riuscito e scorrevole, il film mostra un approccio al mondo scolastico certamente leggero ma in un qualche momento convenzionale. In particolare la parte finale, che inclina verso una poco simpatica retorica. Dal punto di vista pastorale è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, certamente nell'ambito di proposte miranti ad approfondire la situazione del mondo della scuola, anche nel confronto tra centro e periferia all'interno di una grande città.

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