Serie disponibile su Sky e la piattaforma Now
Interpreti e ruoli
Luca Zingaretti (Bruno Testori), Isabella Ragonese (Sonia Massini), Anna Bonaiuto (Laura Lombardo), Barbora Bobulova (Gloria Testori), Giorgio Colangeli (Nicola Iaccarino), Alessandro Gazale (Davide Piras), Antonio Gargiulo (Iorio ), Federico Pasquali (Tofanelli ), Paolo Bovani (Scaglione), Salvatore D'onofrio (Caputo ), Alida Baldari Calabria (Adele Testori), Ivan Franek (Miroslav Lackovic), Ahmed Hafiene (Amir), Aram Kian (Bilal), Anna Ferruzzo (Angela )
Soggetto
Bruno Testori è il direttore del carcere San Michele. Nell’ambiente è rispettato e temuto, perché riesce a gestire anche le situazioni più difficili e i detenuti più problematici. Controlla tutto e tutti, spingendosi ben oltre i confini del proprio ruolo. Due improvvise morti rischiano fanno crollare il suo sistema…
Valutazione Pastorale
Negli anni Duemila è mutato lo storytelling del mondo delle carceri, uscendo dal sentiero dei thriller claustrofobici o dai drammi disperanti. Cambio di passo significativo è stato di certo “Cesare deve morire” (2012) di Paolo e Vittorio Taviani, Orso d’oro al 62° Festival di Berlino. I Taviani hanno sposato il racconto sociale del carcere dando però respiro anche alla speranza, al percorso di cambiamento e riscatto avviato grazie alla cultura. Sulla stessa linea si ricorda il documentario “Tutto il Mondo Fuori” (2020) di Ignazio Oliva, realizzato da Officina della Comunicazione e Discovery, un racconto teso a mettere in evidenza il valore del lavoro e della formazione come stimolo nel percorso di recupero. Da metà di marzo 2022 su Sky e Now il carcere torna protagonista nella serie “Il Re”, racconto di finzione che fa del crime a sfondo poliziesco il binario portante. Una storia fosca e angosciante dove i sentieri del male e del bene si accavallano confusamente. A produrre “Il Re” (8 episodi da 45’) è Sky Studios, The Apartment, Wildside e Zocotoco.
La storia. Bruno Testori è il direttore del carcere San Michele; nell’ambiente è rispettato e temuto, perché riesce a gestire anche le situazioni più difficili e i detenuti più problematici. Controlla tutto e tutti, spingendosi ben oltre i confini del proprio ruolo. Due improvvise morti rischiano fanno crollare il suo sistema…
A dirigere il prison drama “Il Re” è Giuseppe Gagliardi, regista che si è fatto apprezzare per il crime “Non uccidere” (Rai) e la trilogia su Tangentopoli “1992”. Tra gli sceneggiatori figura il veterano Stefano Bises, che ha firmato copioni di tensione come “Gomorra. La serie” e “Squadra antimafia”. Ruolo chiave nella nuova serie di Sky è di certo quello di Luca Zingaretti che, messi da parte gli abiti del Commissario Salvo Montalbano, icona simbolo della polizia nella serialità italiana dagli anni ’90 a oggi, si cala nell’ingombrante ed enigmatico direttore del carcere Bruno Testori. Una sfida per l’attore, perché si muove sulla linea di confine (sfumata) tra legalità e illegalità. Testori nel carcere è un direttore-dittatore: nessuno procede senza il suo consenso; per pacificare le dinamiche interne, acconsente persino a un giro di spaccio; e ancora, non lesina metodi poco ortodossi come l’utilizzo di microspie nelle celle. Zingaretti sagoma bene il personaggio, trovando la chiave giusta per non farlo incasellare con facilità tra bene e male; a questo si aggiunge un acuto approfondimento umano, psicologico, attraverso il suo ruolo di padre. A ben vedere la forza della serie risiede nel cast tutto: si segnalano infatti i ruoli incisivi di Anna Bonaiuto, Isabella Ragonese e Giorgio Colangeli. Partenza dunque buona per “Il Re” con la prima stagione, che si propone di certo come fotografia cupa del carcere, vertigine di smarrimento per detenuti e forze dell’ordine. “Il Re” è complessa e problematica.
Utilizzazione
La serie si rivolge a un pubblico adulto.