Interpreti e ruoli
Harrison Ford (John Thornton), Omar Sy (Perrault), Dan Stevens (Hal), Karen Gillan (Mercedes), Bradley Whitford (Giudice Miller)
Soggetto
California, fine ‘800, il grosso cane Buck vive nella fattoria di un giudice. Rapito per essere venduto come cane da slitta per i cercatori d'oro del Klondike, Buck si ritrova a dover affrontare il selvaggio territorio dell’Alaska….
Valutazione Pastorale
Il punto di forza di questo nuovo adattamento dell'omonimo romanzo di Jack London, pubblicato nel 1903 e diventato un classico della letteratura per ragazzi tradotto in 47 lingue, è sicuramente la tecnica di animazione (live-action) adottata che riesce a trasformare gli animali in personaggi realistici e dotati di un’espressività fuori dal comune. L’indiscusso protagonista del racconto è, infatti, il cane Buck, possente incrocio tra un San Bernardo e un Pastore Scozzese, strappato alla sua “tranquilla” vita nella casa del giudice Miller e catapultato nella selvaggia Alaska. Picchiato e attaccato a una muta di cani da slitta – della quale ben presto diverrà il capo – passa da una padrone all’altro fino a incontrare l’eremita John Thornton (uno scarmigliato e dolente Harrison Ford, al quale dobbiamo personaggi come Ian Solo di “Guerre stellari” e Indiana Jones dell’omonima saga, entrati ormai nell’immaginario collettivo). Con lui si spingerà nelle profondità delle terre selvagge in un viaggio che li porterà, grazie alla fiducia e all’amicizia reciproche, ad accettare il passato (per John la morte del figlio e per Buck una vita completamente diversa in un mondo affascinante, ma pieno di pericoli) e cogliere le molte nuove occasioni che il presente può loro regalare.
Il regista Chris Sanders, che ha diretto i film di animazione “Lilo & Stitch”(2002) e “Dragon Trainer”(2010) e collaborato, in qualità di sceneggiatore, a molti dei più famosi titoli della Disney, ha scelto di dare a questa sua versione de “Il richiamo della foresta” un taglio marcatamente educational-formativo, forse anche maggiore rispetto al racconto di Jack London, facendo del cane Buck un simbolo di fierezza e di forza, capace di accettare e affrontare gli imprevisti e le difficoltà della vita; di prendersi cura dei più deboli (umani e animali); di diventare più forte e risoluto senza stravolgere del tutto la sua natura “gentile”. Dal punto di vista pastorale il film è da considerare come consigliabile, poetico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e da riproporre in molte occasioni, anche come riscoperta di un classico della letteratura per ragazzi, in ambito pastorale, familiare ed educativo-scolastico.