Sogg e Scenegg.: Pupi Avati -Fotogr.: (Panoramica/a colori) Pasquale Rachini - Mus.: Riz Ortolani -Montagg.: Amedeo Salfa - Dur.: 99' - Produz.: Duea Film, Filmauro
Interpreti e ruoli
Diego Abatantuono (Angelo Beliossi), Inès Sastre (Francesca Babini), Dario Cantarelli (Edgardo Osti), Valeria DObici (Olimpia Campeg-gi- Babini), Toni Santagata (Manlio Lobianco), Cinzia Mascoli (Peppina Campeggi), Ninì Salerno (Sauro Ghinassi), Mario Erpichini, Ugo Conti, Anna Maria Serra Zanetti, Saverio Laganà, Luca Cassol.
Soggetto
Il 31 dicembre 1899, Angelo Beliossi, dopo aver passato quindici anni in America, ha fatto ritorno nel piccolo paese natale in Emilia, carico, dicono tutti, di una ingente fortuna. Edgardo, il figlio del suo ex datore di lavoro, forse nellintento di catturarne il favore, lo sceglie come testimone delle sue imminenti nozze. Così, anche in questa sua inattesa veste, Angelo ha lopportunità di incontrare tutti i vecchi amici del paese e di essere coin-volto nei frenetici preparativi del matrimonio. Arriva il momento in cui viene presentato a Francesca, la sposa. Mentre si stringono la mano, lei ha un momento di leggera crisi, che sembra passeggera. Nella grande casa, intanto, tra i parenti di lui e di lei, la confusione è tanta e lansia cresce. Si preparano le damigelle, i chierichetti, le stanze per gli sposi, vengono presentati i regali, Angelo mostra alcune fotografie che lo ritraggono in America. Ma il males-sere di Francesca invece di diminuire, aumenta. Costretta al matrimonio da una serie di condizionamenti familiari, capisce di non essere felice, si sente attratta da Angelo e vede in lui lunica possibile salvezza. Arriva il giorno fissato e, allaltare, Francesca scappa, il matrimonio non si fa più. Anni dopo, Angelo torna al paese, dove Francesca insegna, si vedono e si abbrac-ciano felici.
Valutazione Pastorale
Il film è ambientato alla fine del 1800 con linten-zione di gettare unocchio sulla nostra fine secolo (e millennio). Molti dia-loghi sono delle premesse, (o intuizioni o speranze o timori) di ciò che poi avrebbe caraterizzato il secolo incipiente: i matrimoni combinati a forza diluiti a poco a poco in una presa di coscienza individuale della donna (e Francesca sembra già parlare un po troppo da femminista), la pace sopraf-fatta da due guerre mondiali, le difficoltà di trovare lavoro e quelle della famiglia come valore e nucleo di coesione sociale. La storia ha senzaltro radici profonde nella religiosità emiliana (di cui Pupi Avati è sensibile inter-prete) ma gioca un po sullartificio, si lascia andare al calligrafismo, rimane in bilico tra sentimenti tradizionali e voglia di nuovo, prosegue, dopo il man-cato matrimonio, con un finale che sa di consolatorio e posticcio. Il passag-gio da un secolo allaltro diventa leggermente statico, poco graffiante e nella storia, forse condizionata dalla recitazione sempre sottotono di Diego Aba-tantuono, non scatta il fuoco della autentica passione. Senza riuscire a tocca-re livelli di vera intensità, il film è comunque permeato dallintenso umanesi-mo di Pupi Avati, da quella sua attenzione per la dignità e il rispetto dovuti ad ogni individuo e in ogni momento della Storia. Dal punto di vista pastora-le, è quindi da valutare positivamente, da segnalare come problematico e da suggerire per dibattiti.
Utilizzazione Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in atri contesti come supporto per tante e importanti riflessioni: la famiglia, il matrimonio, la civiltà contadina, lItalia di cento anni fa e il confronto con quella di oggi.