IL TRASFORMISTA

Valutazione
Discutibile, superficialità
Tematica
Politica-Società
Genere
Drammatico
Regia
Luca Barbareschi
Durata
100'
Anno di uscita
2002
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
01 Distribution
Musiche
Marco Zurzolo
Montaggio
Osvaldo Bargero

Orig.: Italia (2002) - Sogg. e scenegg.: Luca Barbareschi e Gianfranco Manfredi - Fotogr.(Scope/a colori): Gino Sgreva - Mus.: Marco Zurzolo - Montagg.: Osvaldo Bargero - Dur.: 100' - Produz.: Casanova Entertainment, RAI Cinema.

Interpreti e ruoli

Luca Barbareschi (Augusto Viganò), Rocco Papaleo (Lanzetta), Luigi Maria Burruano (Battani), Catherine Wilkening (Catherine), Bianca Guaccero (Katia), Luigi Diberti (Zaccheroni), Ugo Conti (Robbiati), Arnaldo Ninchi, Luis Molteni, Gea Lionello .

Soggetto

In un piccolo comune nel torinese, l'alluvione fa scoprire una fossa in una grande discarica di rifiuti in cui sono stati nascosti bidoni di scorie tossiche. Saputo che il ministro sta per arrivare nella zona, Augusto Viganò, leader di un gruppo ambientalista, blocca il treno su cui viaggia e riesce ad accompagnarlo sul luogo incriminato. Constatata la giustezza delle proteste, il ministro prende al volo l'opportunità. Sono imminenti le elezioni e inserito nella lista del partito per quel collegio, Viganò viene facilmente eetto deputato. Si trasferisce a Roma, partecipa alle riunioni ma non riesce ad espimersi e non capisce quello che succede. Invitato in salotti e terrazze, conosce Catherine, é attratto da lei, ne fa la sua amante. Quando torna, sempre men, a casa la moglie fa presto a capire la situazione. Intanto in Parlamento ogni mossa di Viganò sembra quella sbagliata. Da elemento preparato e ben considerato, a poco a poco Viganò, che comincia ad alzare la voce, si fa molti nemici. Allora comincia a mentire, ai colleghi, ai conoscenti, alla moglie. Quando il suo segretario gli dice che la sua carriera politica è ormai finita, la parte politica opposta, vincente dopo la crisi di governo, gli offre la carica di ministro. Viganò accetta. Da ministro eccolo tornare nel proprio comune. Alcuni ambientalisti bloccano la strada. E Viganò ordina di farli sgombrare.

Valutazione Pastorale

L'intenzione, fin troppo evidente, è quella di comporre il quadro di un panorama politico italiano generalmente allo sbando, popolato di opportunisti, approfittatori, e dedito solo agli intrighi, alle congiure, all'ambizione personale. Sarebbe certo difficile negare l'esistenza di molte zone d'ombra nella storia nella storia politica della nostra repubblica, ma qui Barbareschi, nel triplice ruolo di autore/regista/protagonista inciampa proprio in quell'errore che voleva denunciare: l'impressione infatti é che molto sia stato da lui personalizzato, ossia costruito su se stesso, su esperienze personali e talvolta occasionali. La materia scelta quindi, forte e delicata, non riesce a trovare una elaborazione più ampia, ad assurgere a riflessioni più profonde, per restare invece scucita, frammentaria, occasionale. E' vero che è opportunamente sottolineata la mancanza di ideali, ma non sono proposte alternative, e il racconto si muove tra dramma e melodramma, con qualche caduta nel qualunquismo. Il monito di Paolo VI ("L'esercizio politico é l'espressione solenne della carità") resta lontano dal film che, dal punto di vista pastorale, muovendosi tra alti e bassi, é da valutare come discutibile, e segnato da molta superficialità.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare sia in programmazione ordinaria, sia in altre circostanze tenendone presenti i limiti sopra indicati, e tuttavia come occasione di confronto su un tema (il quadro politico e le istituzioni) invero poco battuto dal cinema italiano.

Le altre valutazioni

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