Orig.: Francia/Australia (2001) - Sogg.: basato sul romanzo omonimo di Luis Sepulveda e sull'adattamento di Marcel Beaulieu - Scenegg.: Rolf De Heer - Fotogr.(Scope/a colori): Denis Lenoir - Mus.: Graham Tardif -Montagg.: Tania Nehme - Dur.: 98' - Produz.: Michelle De Broca, Julie Ryan.

Interpreti e ruoli

Richard Dreyfuss (Antonio Bolivar), Timothy Spall (il sindaco), Hugo Weaving (il dentista), Cathy Tyson (Josefina), Victor Bottenbley (Nushino), Federico Celada (Juan), Luis Hostaltot (Manuel), Guillermo Toledo . (Onecen)

Soggetto

A El Idilio, paesino nascosto nella giungla amazzonica, vive il sessantenne Antonio Bolivar, detto 'il vecchio', arrivato in quei luoghi quaranta anni prima e lì rimasto in seguito alla prematura scomparsa della moglie per malattia tropicale. Quando ha imparato a leggere, Antonio ha chiesto al rozzo sindaco qualcosa in più per fare pratica. Josephina, la cameriera tuttofare, gli ha prestato allora alcuni romanzi d'amore, che lui ha cominciato a sfogliare con timore e crescente coinvolgimento. Da quel momento ha chiesto altri libri, e il dentista, che periodicamente arriva al villaggio, si incarica di portarglieli. Mentre Antonio e Josefina avvertono che qualche legame sta nascendo tra loro, viene trovato il corpo di un cacciatore orrendamente graffiato. Antonio vede nella bisaccia delle pelli di piccole dimensioni ed è in grado di spiegare: si tratta di un giaguaro femmina in cerca di vendetta dopo aver visto i suoi piccoli uccisi dal cacciatore. La vendetta in questo caso prosegue a lungo verso tutti gli uomini che vivono nei dintorni. Il sindaco, detto il 'viscido', organizza una spedizione per eliminare, di cui fanno parte tre uomini oltre al dentista e ad Antonio. Dopo aver raggiunto uno spaccio dove ci sono altri morti, il sindaco propone ad Antonio, vista la sua esperienza, di restare lì da solo a concludere l'operazione. Antonio accetta. Egli crede che il giaguaro voglia solo lui e che si tratti di un confronto/esame con la propria vita. Infine il giaguaro appare. Antonio é indeciso. Dopo altri momenti di tensione, si mette sdraiato immobile per terra. Il giaguaro si avvicina, Antonio si gira e lo uccide con una freccia avvelenata. Tornato a casa, trova Josephine addormentata. E le ultime parole dell'ultimo romanzo d'amore accompagnano il suo ritorno.

Valutazione Pastorale

C'è sempre, nei film tratti dalla narrativa di Luis Sepulveda, un qualcosa di troppo didattico che frena la genuinità del racconto e lo rende prevedibile e troppo 'corretto'. Anche qui la bellezza dello scenario e l'idea giusta di inserire la presenza della letteratura in un quadro di natura libera e selvaggia vengono a poco a poco attenuate e inficiate da uno svolgimento lento, scoperto, più scritto che spontaneo. I temi che emergono dai vari passaggi sono di facile evidenza: l'equilibrio ambientale frantumato dalla violenza inutile dell'uomo; il confronto dell'uomo con l'animale come sfida ultima con il destino; la giungla come luogo-metafora delle paure quotidiane ed esistenziali. Ed è sopratutto nella costruzione dei caratteri (tra cui quello del sindaco) che la schematicità del copione appare prevalente. A riequilibrare l'operazione interviene la regia di De Heer, autore assai eclettico, che sa costruire momenti di bel tono poetico e suggestivo. Nell'insieme il film, dal punto di vista pastorale, offre indicazioni e riflessioni orientate al recupero di valori positivi, ed è da valutare come accettabile, e sostanzialmente semplice.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, e proposto nell'ambito dei rapporti cinema/ambiente, cinema/letteratura anche in contesti scolastici.