Orig. : Stati Uniti (1998) - Sogg.: tratto dal romanzo "Doll's eyes" di Bary Wood - Scenegg. : Neil Jordan, Bruce Robinson - Fotogr. (Panoramica/a colori): Darius Khondji - Mus. : Elliot Goldenthal - Montagg. : Tony Lawson - Dur. : 98' - Produz. : Stephen Woolley.
Interpreti e ruoli
Annette Bening (Claire Cooper), Aidan Quinn (Paul Cooper), Katie Sagona (Rebecca Cooper), Robert Downey Jr. (Vivian Thompson), Stephen Rea Paul Guilfoyle (dr. Silverman), Dennis Boutsikaris (investigatore Jack Kay), Krystal Benn (dr. Stevens), Jennifer Berry (Ruby), Kathleen Langlois.
Soggetto
Sogni oscuri e visioni ad occhi aperti di un bambina scomparsa, un frutteto di alberi di mele e una cittadina sommersa molti anni prima cominciano a lacerare la tranquilla esistenza di Claire Cooper, che vive nel New England con il marito Paul, pilota d'aereo. Man mano che le visioni si fanno più frequenti e complete, il dialogo tra i due coniugi diventa difficile, e Claire ritiene neccesario convincerla polizia a dare ascolto alle sue premonizioni di una tragedia incombente. Ma la polizia, al pari di Paul, e anche il dott. Silvermann, psicanalista della donna, non riescono ad interpretare le grida che le future vittime dell'assasino lanciano nei sogni della donna. Claire non sa più come fare per far capire che un folle, un certo Vivian Thompson, deciso a vendicare la propria infanzia perduta, ha instaurato con lei un legame a livello cerebrale e visivo. Claire, in altre parole, é diventato l'occhio della mente di Vivian. Una sola via d'uscita é per lei possibile: rendere materiale questa visione e confrontarsi con essa. Così fa Claire, che infine incontra Vivian. Questi la porta in un luogo, dove Claire incontra Ruby, la figlioletta che era scomparsa. Venticinque anni prima, nell'ottobre 1972, Vivian aveva ucciso un'infermiera. Claire scappa. La polizia trova Ruby e insegue Claire e Vivian. Claire muore, Viviane viene condannato per infermità mentale. Ma il cerchio non si é chiuso.
Valutazione Pastorale
Cercare nella storia un logica rigorosa é del tutto fuori luogo. Il film é realizzato con grande abilità, denso di momenti fantastici ma anche di suspence legati alle atmosfere da incubo. Lo si potrebbe meglio definire come un fanta-thriller metafisico, cui nuoce qualche caduta nell' horror, ma che nell'insieme procede con bella tensione e con poco di superfluo. La regia di Neil Jordan riesce a dare qualità alla materia centrale del racconto: si dice, nello scorrere inquieto delle immagini, che il campo del paranormale é la soglia dove si ferma la ricerca scientifica e dove, nel contempo, va denunciato il fatto che il fenomeno della possessione spesso conduce all'espropiazione della coscienza individuale. Il film insomma non va confuso con la grande massa di altri prodotti di questo genere: se ne distacca per la serietà dello svolgimento e la concretezza degli obiettivi. Dal punto di vista pastorale, precisato che si tratta comunque di uno spettacolo da non indirizzare a ragazzi, il film é da valutare come positivo, quindi accettabile nella sua ampia complessità.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, con attenzione, come si diceva prima, per la presenza dei minori. In altre occasioni, può essere usato come buon esempio di thriller anni Novanta con venature metafisiche.