Sogg. e Scenegg.: J.F. Lawton - Fotogr.: (normale/a colori) Jack Conroy - Mus.: Motofumi Yamaguchi - Montagg.: Robert A. Ferretti, Eric Strand - Dur.: 110' - Produz.: John Davis, Gary W. Goldstein - Vietato ai minori degli anni diciotto
Interpreti e ruoli
Christopher Lambert (Paul Racine), John Lone (Kinjo), Joan Chen (Kirina), Yoshio Harada (Takeda), Yoko Shimada (Mieko), Mari Natsuki (Junko), Tak Kubota (Oshima), Masumi Okada, Tatsuya Irie, Hideyo Amamoto, Michael Warren, Bart Anderson, James Saito, Seth Sakai, Toshishiro Obata
Soggetto
quella che sembrava solo una piacevole avventura con Kirina, una bella geisha giapponese, si rivela per l'uomo d'affari americano Paul Racine, appena giunto a Nagoya, un vero incubo. Tornato per caso nella stanza della donna, assiste alla decapitazione di quest'ultima da parte di un misterioso ninja, Kinjo, che lo ferisce gravemente. Il chirurgo che lo opera, Yamura, avvisa il maestro samurai Takeda del fatto, e costui e la moglie Mieko tentano invano di convincere Paul, convalescente, ad affidarsi alla loro protezione. Dopo essere sfuggito all'attacco dei sicari di Kinjo, Paul segue la coppia sul treno superveloce che deve portarli ad un'isola dove sarà al sicuro. Anche i ninja sono sul convoglio, ma Takeda, con l'aiuto dell'abile moglie, riesce a sconfiggerli. Nello scontro muore anche Junko, moglie di Kinjo. Sull'isola, mentre Paul apprende da Oshima, il fabbro, i rudimenti dell'arte della spada, Takeda decide di invitare Kinjo, cui lo lega un'antica storia di vendette familiari, per dirimere la questione per sempre. Paul accusa Takeda di aver avvisato i ninja della sua presenza sul treno per uccidere Kinjo, sacrificando così vite innocenti, e il suo samurai lo fa rinchiudere. Frattanto Kinjo giunge e a tradimento inizia a decimare gli uomini di Takeda, mentre Paul viene liberato da Oshima. Nel corso dei cruenti scontri, Mieko resta ferita e Takeda soccombe a Kinjo dopo averlo ferito. Interviene Paul che salva Mieko dal ninja, ferendolo al braccio: poi i due si battono con ferocia finché Paul non riesce a decapitare Kinjo.
Valutazione Pastorale
la proterva determinazione con cui si insiste nel proporre sullo schermo l'insulsa e roboante avventura di samurai e di ninja, ammazzamenti più o meno efferati e tutto l'abusato repertorio di duelli spettacolari è pari forse solo alla stupidità e l'acquiescenza di quanti hanno ancora il desiderio di guardare questi film. L'inconsistenza e la ripetitività delle trame viene ravvivata, si fa per dire, da scene di arti marziali girate con i soliti bravi stuntmen o effetti speciali preparati dai soliti esperti. Cercare valori formali o contenuti sarebbe ardua se non vana impresa. L'intero film giace sotto la legge del taglione, trattandosi dall'inizio alla fine di spade samurai che vorticano amputando teste ed estremità varie, o sgozzano alacremente. Si tratta, in sostanza, del solito esempio di violenza spettacolo, una delle forme più pericolose e subdole di incitamento a questa antica e deprecabile caratteristica del genere umano che soprattutto il pubblico giovane recepisce con particolare attenzione e con ben poche censure.