Orig.: Portogallo/Francia/Spagna/Svizzera (1998) - Sogg.: tratto da "Os Imortais" di Helder Prista Monteiro, "Suzy" di Antonio Patricio, "Mae de um rio" di Agustina Bessa Luis - Scenegg.: Manoel de Oliveira - Fotogr. (Normale/a colori): Renato Berta - Mus.: brani di autori vari - Montagg.: Valerie Loiselux - Dur.:110' - Produz.: Paulo Branco.
Soggetto
Un padre molto in avanti negli anni e il figlio di età matura cominciano a parlare e poi finiscono col confrontare opinioni diametralmente opposte sul successo, la fama, l'immortalità. Al culmine della discussione, il vecchio getta il figlio dalla finestra e poi dice che in questo modo lo ha salvato e gli ha dato l'immortalità. Quindi si butta a sua volta. Cala il sipario e gli attori avanzano sul proscenio per raccogliere gli applausi. Tra il pubblico, ecco due giovani, distinti ed eleganti. In un locale osservano due donne e decidono di seguirle. Suzy colpisce l'attenzione di uno dei due, che subito se ne innamora. Riesce ad avvicinarla, a parlarle ma non a comunicare in modo compiuto il proprio sentimento, che rimane inespresso. Su questo si confida lungamente con l'amico, il quale decide allora di raccontargli una storia avvenuta in un remoto villaggio. L'anziana Frisalina aveva le dita d'oro e,scoperta durante la processione, venne subito chiamata strega. Condannata a vivere in isolamento, ne era uscita solo per consigliare una giovane che non voleva sposarsi. Le acque della saggezza, dice l'amico, devono essere abitate da nuovi maestri. I due lanciano verso l'esterno uno sguardo mesto e pensoso. 'Povera Frisalina', 'Povera Suzy': sono le loro parole.
Valutazione Pastorale
Anche se coprodotto da più Paesi, il film é del tutto 'portoghese', e merita attenzione perché é diretto da quello che può essere senz'altro considerato il decano del cinema mondiale. Manoel De Oliveira, il regista, ha oggi 91 anni, ha diretto il primo film nel 1929 e non ha intenzione di smettere, dal momento che, dopo questo, ne ha già firmato un altro dal titolo "La lettera". "Inquietudine" si compone di tre episodi tratti da altrettanti racconti di narratori portoghesi: tre episodi ambientati negli anni Trenta che mettono in campo tre possibili variazioni nei confronti della morte, dell'amore, della gioventù. Con leggerezza, curiosità e toni di amara ironia, De Oliveira riflette su se stesso, sul senso della notorietà e del successo, sulla difficoltà di arrivare a percepire tutte le sfumature dell'attrazione amorosa. Il racconto é lento e cadenzato, affidato molto alla parola ma anche ad immagini di grande fascino compositivo: ci sono dentro i sapori della più autentica cultura portoghese, l'architettura degli interni, i costumi, le luci della città e della campagna. E una forte attenzione per l'uomo, per la sua capacità di pensare, creare, amare. Dal punto di vista pastorale, il film, per quanto ostico nello svolgimento, mette in primo una grande fiducia nella persona e nella vita, ed é da valutare come positivo. La sua complessità può essere meglio chiarita con opportuni dibattiti.
UTILIZZAZIONE: più che in programmazione ordinaria, il film é da utilizzare in occasioni mirate, come finestra aperta sul Portogallo, parte importante della cultura europea.