Orig.: Stati Uniti (2006) - Sogg.: tratto dal romanzo "Dan Osynlige" di Mats Wahl - Scenegg.: Mick Davis, Christine Roum - Fotogr.(Scope/a colori): Gabriel Beristain - Mus.: Marco Beltrami - Montagg.: Conrad Smart - Dur.: 103' - Produz.: Roger Birnbaum, Gary Barber, Jonathan Glickman, Neal Edelstein, Mike Macari.
Interpreti e ruoli
Justin Chatwin (Nick Powell), Margarita Levieva (Annie), Marcia Gay Harden (Diane Powell), Alex O'Loughlin (Marcus), Chris Marquette (Pete), Callum Keith Rennie (Brian Larson), Michelle Harrison (Kate Tunney), Ryan Kennedy (Matty), Andrew Francis (Dean), Serge Houde . (Martin Egan)
Soggetto
All'ultimo anno di liceo Nick vuole sfuggire alla strada che la mamma ha già segnato per lui. Di nascosto ha comprato un biglietto aereo per Londra, ma sull'aereo non salirà mai. Tra delazioni e bugie, resta vittima dell'instabilità caratteriale della sua amica Annie, che lo fa riempire di botte e poi lo nasconde in un tombino, credendolo morto. Non è così, ed ecco allora il fantasma di Nick cominciare ad aggirarsi per la città, nel tentativo di far convergere qualcuno sul luogo del fattacccio e farsi ritrovare. La mamma però è troppo sconvolta, Annie troppo impegnata a sfuggire alla polizia, il suo amico Pete in preda alla paura. Così ci sarà da arrivare ad un momento prima che una diga sommerga tutto, perché il detective Brian riesca ad individuare il corpo di Nick, ancora vivo, e a farlo ricoverare in ospedale. Nick e Annie ora sono insieme. Nel momento del dolore, si accorgono di amarsi, ma lei ha scherzato troppo con il destino, è ferita e muore tra le braccia di lui.
Valutazione Pastorale
Thriller soprattutto, ma anche melò, fantasy, dramma. Si tratta di un prodotto molto ibrido, che parte a dire il vero assai bene e per quasi tutta la durata si muove su un registro visivo interessante, con passaggi anche narrativamente molto efficaci. A spezzare la compattezza drammatica interviene proprio l'espediente del protagonista 'morto-vivente': una presenza insistita e poco efficace che serve solo a creare una inestricabile confusione. Non resta alla fine che definirlo un prodotto commerciale di buon livello, senza tuttavia ignorare che il tema trasversale di quello stato di inerzia tra la vita e la morte é affrontato con molta approssimazione e molta confusione. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come discutibile e con qualche ambiguità.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, con attenzione per la presenza di minori. Stessa cura, e anche per i piccoli, é da tenere in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.