Orig.: Italia (2015) - Sogg. e scenegg.: Valentina Strada, Federico Gnesini, Renato De Maria - Fotogr.(panoramica/B&N; a colori): Gianfilippo Corticelli - Mus.: Lele Marchitelli - Montagg.: Letizia Caudullo - Dur.: 87' - Produz.: Istituto Luce Cinecittà in associazione con Minerva Pictures - 72^ MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA 2015, SEZIONE ORIZZONTI.
Interpreti e ruoli
Andrea Di Casa (Horst Fantazzini), Francesco Sferrazza Papa (Ezio Barbieri), Sergio Romano. (Paolo Casaroli), Aldo Ottobrino (Pietro Cavallero), Paolo Mazzarelli (Luciano De Maria), Luca Micheletti . (Luciano Lutring)
Soggetto
Ezio Barbieri, Paolo Casaroli, Pietro Cavallero, Luciano De Maria, Horst Fantazzini, Luciano Lutring: un gruppo di nomi che, tra il secondo dopoguerra e gli anni Sessanta/Settanta, ha riempito le pagine dei quotidiani e tenuta viva la cronaca giudiziaria, civile e politica. Alcuni nati prima della guerra, molti usciti dalle vicende belliche, quasi tutti legati ad un antifascismo di tipo più viscerale e vendicativo che cosciente e meditato. In gran parte uomini sui trenta anni attratti dall'idea di mettere sottosopra la società italiana con atteggiamenti anarcoidi e azioni rapide affidate a rapine, sparatorie, sovvertimento dell'ordine costituito...
Valutazione Pastorale
Si potrebbe partire da "Il bandito", film che Alberto Lattuada dirige nel 1946. E accostarvi anche "Gioventù perduta" il primo titolo di Pietro Germi, 1948: per disegnare una ideale cornice del secondo dopoguerra italiano nel quale nascono e crescono questi "italian gangsters". Periodo duro, anni difficili, stanchezza, voglia di stare bene, di essere contro, di sentirsi fuori dalla mischia, di mettere in pratica una anarchia al limite dell'assoluto. L'iniziale citazione di film è correlata alla scelta di affidare il commento visivo delle vicende di quei personaggi a molte sequenze di titoli italiani realizzati nella sterminata produzione anni 60-70. Per completare il quadro, il copione fa parlare in prima persona quei nomi, affidandoli ad uno stuolo di attori di oggi. La soluzione è azzeccata e una certa vivacità interpretativa ricrea le giuste atmosfere d'epoca. Reduce lo scorso anno dal non memorabile "La vita oscena", De Maria offre un buon esempio di cinema verità tra cronaca, testimonianze, filmati d'epoca. Opportuno per tornare a parlare di persone e fatti sconosciuti ai più giovani, il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile, realistico e adatto a dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in occasioni di recupero della memoria storica italiana dal 1950 ad oggi.