Orig.: Italia (2011) - Sogg. e scenegg.: Giovanna Mori, Matteo Pellegrini, Paolo Rossi - Fotogr.(Panoramica/a colori): Umberto Manente - Mus.: Mario Mariani con Ala Bianca - Montagg.: Fabrizio Rossetti - Dur.: 99' - Produz.: Fabio Massimo Cacciatori, Marco Cohen, Fabrizio Donvito, Benedetto Habib per Indiana Production Company, Lumiq Studios in coproduzione con Trikita (Russia) e in collaborazione con Eagle Pictures.
Interpreti e ruoli
Aleksei Guskov (Mako), Eriq Ebouaney (Zahur), Anita Kravos (Charlotte), Michele Venitucci (Ben), Neil D'Souza (Dilip), Tiziana Catalano (Gina), Melanie Gerren (Laloo), Harvey Virdì, Filippo Timi ., Lina Bernardi, Michele Di Mauro, Alice Arcuri, Roberto Zibetti, Chiara Salerno.
Soggetto
A sera, finito l'orario di lavoro, negli uffici della produzione Studio 61, dove si realizza una famosa telenovela, arriva il gruppo delle pulizie, costituito da immigrati di molti Paesi. Una sera alcuni di loro, Dilip, Ben (italiano), Mako scoprono la porta del deposito delle telecamere aperta. A Dilip viene l'idea di regalare ad un suo amico il filmino del matrimonio. Mako intuisce alcune opportunità di sviluppo e in poco tempo il gruppo, cui si aggiungono Charlotte e Laloo, mette su un'attività di riprese per cerimonie di ogni tipo e per le varie etnie presenti a Roma. Qualcosa va storto quando, una notte, durante un matrimonio peruviano, scoppia una rissa e il gruppo finisce in commissariato. Per molti arriva la paura di essere espulsi dall'Italia. Tuttavia Dilip pensa alla possibilità di usare i teatri di posa della telenovela: vuoti durante la notte, possono accogliere le storie di gente normale da affidare al supporto su nastro e poi inviare in luoghi lontani. Mako però avverte Vincenzo, il proprietario degli studi. Questi, dopo aver visto l'attività messa in piedi, capisce l'opportunità creatasi e la ingloba nei programmi televisivi.
Valutazione Pastorale
L' Italia multietnica è una realtà acquisita ma non lo è altrettanto la capacità di fotografarla negli spazi dell'immaginario, della finzione, del racconto. Matteo Pellegrini, milanese del 1967, solida esperienza nel corto, nei videoclip musicali, nella pubblicità, azzarda la scommessa di proiettare lo scenario attuale 'dentro' un film, ossia là dove dal secondo dopoguerra ad oggi la cronaca ha regisitrato con implacabile scrupolo vizi e virtù di una vita quotidiana nazionale sempre più difficile da interpretare. Residenti in Italia un po' da tutto il mondo afferrano l'occasione di darsi al cinema, almeno nella forma contemporanea degli strumenti leggeri e dei formati minimi. Fermare le immagini sia pure sul nastro vuol dire capire di esistere. Aiuto gli altri a 'fermare' il proprio fascio di vita: vuol dire che vivo anche io. Siamo di fronte ad una spigliata, simpatica favola moderna nella quale non tutto segue una logica condivisibile. Il bello è appunto credere che sia possibile, che forse non è autentico lo svolgimento ma veri sono ansie, dolori, attese, speranze di chi vive lontano da casa. Amarezza e tenerezza, una malinconia e un sorriso. Una fiaba, appunto, che gioca con la verità. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile e nell'insieme brillante.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni come prodotto leggero su temi importanti anche da affidare al dibattito.