JANE EYRE

Valutazione
Consigliabile, Problematico
Tematica
Adolescenza, Famiglia, Letteratura, Libertà
Genere
Drammatico
Regia
Cary Fukunaga
Durata
120'
Anno di uscita
2011
Nazionalità
Gran Bretagna, Stati Uniti
Distribuzione
Videa
Soggetto e Sceneggiatura
Moira Buffini tratto dal romanzo omonimo di Charlotte Brontè
Musiche
Dario Marianelli
Montaggio
Melanie Oliver

Orig.: Gran Bretagna/Stati Uniti (2011) - Sogg.: tratto dal romanzo omonimo di Charlotte Brontè (1847) - Scenegg.: Moira Buffini - Fotogr.(Panoramica/a colori): Adriano Goldman - Mus.: Dario Marianelli - Montagg.: Melanie Oliver - Dur.: 120' - Produz.: Alison Owen, Paul Trijbits, Mairi Bett, Faye Ward.

Interpreti e ruoli

Mia Wasikowska (Jane Eyre), Michael Fassbender (Edward Rochester), Jamie Bell (St. John Rivers), Judi Dench (sig.ra Fairfax), Sally Hawkins (sig.ra Reed), Romy Settbon Moore (Adèle Varens), Holliday Grainger (Diana Rivers), Tamzin Merchant (Mary Rivers), Imogen Poots (Blanche Ingram), Amelia Clarkson (Jane adolescente), Valentina Cervi (Bertha Mason)

Soggetto

Nella prima metà del 1800, la giovane Jane Eyre, in fuga e malferma di salute, trova accoglienza presso la famiglia del reverendo John Rivers. Qui ha modo di rievocare il suo precedente periodo di vita: dall'infanzia tormentata in un collegio all'ingresso come governante nella dimora del ricco Edward Rochester. Qui al vicinanza con il padrone di casa si fa sempre più stretta. L'innamoramento tra i due esplode e lui la chiede in sposa, ma il passato dell'uomo riesplode prepotente. Jane ricomincia a soffrire...

Valutazione Pastorale

Charlotte Bronte ha scritto "Jane Eyre" nel 1847, e il cinema vi si è rivolto innumerevoli volte, fino a farne un 'classico' del rapporto cinema-letteratura. Si direbbe che ogni generazione voglia costruirsi e rendere visibile una propria Jane Eyre, adattandola al mutare di gusti, sensibilità, atteggiamenti. Al centro resta tuttavia il corpo essenziale della pagina scritta e delle immagini: che è il binomio amore/morte con le varianti di dolore, privazioni, affetti negati, fughe, voglia di riscatto. Una miscela di neoromanticismo che funziona se affidata a soluzioni visive in grado di cogliere le nuove possibilità tecniche. Il regista californiano dal nome giapponese dirige in modo svelto e dinamico, si fa largo nel buio e nella notte con un cromatismo misterioso, fa parlare sentimenti e silenzi insieme. Coglie il risultato di essere contemporaneo e quindi di dimostrare che una vicenda di oltre 150 anni fa ha qualcosa da dire anche oggi. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come
consigliabile e nel'insieme problematico.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e da proporre in seguito nell'ambito di una riflessione sul rapporto cinema/letteratura.

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