Orig.: Stati Uniti (2001) - Sogg.: tratto da una storia di Gene Brewer - Scenegg.: Charles Leavitt - Fotogr.(Scope/a colori): John Mathieson - Mus.: Edward Shermur - Montagg.: Craig McKay - Dur.: 118' - Produz.: Lawrence Gordon, Lloyd Levin, Robert F.Colesberry.
Interpreti e ruoli
Kevin Spacey (Prot/Robert), Jeff Bridges (Mark Powell), Mary McCormack (Rachel Powell), Alfre Woodard (Claudia Villers)
Soggetto
Lo spichiatra Mark Powell comincia ad occuparsi di un paziente dell'ospedale in cui lavora che afferma di chiamarsi Prot e di venire da K-Pax, un pianeta distante anni luce dalla Terra. Secondo il racconto di Prot, su K-Pax non ci sono legami familiari e tutti vivono in pace e in comunione tra loro. Prot riesce a vedere i raggi ultravioletti e dimostra di avere conoscenze scientifiche superiori agli stessi scienziati chiamati ad esaminarlo. La presenza di Prot nell'ospedale, inoltre, porta un nuovo entusiasmo negli altri pazienti: i suoi racconti su come si vive nel suo pacifico pianeta risvegliano la speranza di poter vivere in un mondo diverso. Prot dice che farà ritorno a K-Pax il 27 luglio, e promette che porterà con sè uno dei pazienti. Nel frattempo il dott.Powell cerca di capire chi, in realtà, sia Prot. A tale scopo lo fa regredire tramite ipnosi. In questo modo il dottore scopre che Prot si chiama Robert Porter, un macellaio che ha ucciso uno squilibrato dopochè questi aveva violentato al moglie e poi ucciso lei e la figlia. L'episodio delittuoso è avvenuto il 27 luglio di cinque anni prima. Così il 27 luglio Prot ritorna ad essere Robert Porter, un paziente che vive in uno stato catatonico. Quel giorno sparisce però, misteriosamente, una degente dell'ospedale. Intanto Powell si prende cura di Robert e grazie ai consigli da lui avuti riesce ad instaurare nuovamente un rapporto col figlio, con il quale aveva interrotto da tempo ogni dialogo.
Valutazione Pastorale
Tratto da una storia di Gene Brewer, il film propone alcune valide tematiche. Innanzi tutto, attraverso il dialogo e, soprattutto, attraverso la simbolica riconciliazione finale tra Powell e il figlio, é sottolineata l'importanza dei valori familiari. C'è poi il dramma della follia vista come il bisogno dell'uomo di esircizzare le paure e trovare un nuovo modo di vivere. Tuttavia, l'ipotesi più interessante che il film porta avanti e che sorregge tutta la struttura del racconto, è quella di credere che, in fondo, siamo un po' tutti "extraterrestri", nel senso che ognuno di noi ha dei motivi per i quali si sente 'fuori dal mondo'. In questo modo il film diviene metafora dell'alieno, del diverso dagli altri, che c'é in ognuno di noi. Sul versante opposto, il film ha dei problemi di coerenza narrativa. Nel corso del racconto vengono infatti portare ad oltranza alcune incongruenze che rendono la vicenda non sempre chiarissima. Il film infatti appare indeciso sulla tesi da sposare: Prot é un extraterrestre dal cuore umano oppure un uomo che ha bisogno d'aiuto? Mentre infatti il primo tempo è volto a supportare la prima ipotesi, il secondo invece sembra essere a favore della seconda. Se però, come viene sostenuto alla fine, Prot è Una persona umana, come si spiega il fatto che ne sa più degli scienziati e può vedere i raggi ultravioletti? Il film non va dunque fino in fondo nel sostenere le proprie argomentazioni e così, per supportare l'elemento spettacolare, supera i limiti della credibilità. Dal punto di vista pastorale, il film é,nell'insieme, da valutare positivamente per gli aspetti detti sopra, segnalando riserve dovute all'equivocità dei passaggi centrali del racconto che inducono a qualche ambiguità.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, come prodotto anche commerciale ben fatto e realizzato e dunque coinvolgente. Attenzione per i minori in caso di passaggi televisivi.