Orig.: Belgio (2010) - Sogg. e scenegg.: Olias Barco, Virgile Bramly, Stéphane Malandrin - Fotogr.(Panoramica/B&N): Frédéric Noirhomme - Mus.: brani di autori vari - Montagg.: Ewin Ryckaert - Dur.: 96' - Produz.: Olias Barco, Philippe Kauffmann, Guillaume Malandrin, Stéphane Malandrin, Vincent Tavier.
Interpreti e ruoli
Aurélien Recoing (dott. Krueger), Virgile Bramly (Virgile), Daniel Cohen (Jean Marc), Virginie Efira (ispettrice Evrand), Bouli Lanners (sig. Vidal), Benoit Poelvoorde (sig. Demanet), Saul Rubinek (sig. Breiman), Zazie De Paris (sig.ra Rachel), Clara Cleymans (Julia), Philippe Nahon . (Antoine), Olga Grumberg (Ingrid)
Soggetto
Il dr. Kruger ha creato una struttura terapeutica dove darsi la morte non sia più considerata una disgrazia, ma un attoconsapevole svolto con assistenza medica. La sua clinica esclusiva raccoglie a presenza di un gruppo variegato di personaggi, accomunati dal desiderio di morire: un famoso comico con un cancro incurabile; un commesso viaggiatore con strani segreti; un ricco erede lussemburghese; una ragazza con manie autolesioniste; un'anziana cantante lirica che sta perdendo la voce; un uomo che si é giocato tutto nellre scommesse, compresa la moglie. Ma nelle isolate montagne dove si nasconde la clinica, qualcosa va storto. Quando alcuni abitanti del luogo arrivano e sparano all'impazzata, ognuno comincia a pensare solo a se stesso.
Valutazione Pastorale
La cosa più ardua da trovare é l'umorismo grottesco e scorrettissimo, che è stato da molti considerato uno dei punti di originalità della pellicola. L'unità di luogo, l'uso del B&N, neve, freddo e isolamento preparano fin troppo didascalicamente quel clima di claustrofobia che conduce alla mattanza finale. Di certo non è un film sull'eutanasia, ma, semmai, il copione si fa paladino della possibilità che questa venga finalmente legalizzata nelle varie legislazioni nazionali. E' vero che il dottore compie vari sforzi per aiutare i 'pazienti' a recedere dal loro proposito, ma questo diventa nella parte finale un facile pretesto per tirare in lungo la narrazione, fino al dipanarsi angoscioso della seconda parte. Qui, messa appunto in secondo piano l'eutanasia, si fa avanti una densa, compatta, onnivora cultura della morte, che conduce i protagonisti ad eliminarsi l'un l'altro in una sorta di macabro rituale necrofilo. Le letture metaforiche e la filigrana del simbolo possono aiutare a esercitarsi sotto il profilo linguistico-espressivo, ma non si può ignorare che il racconto appare il prodotto di una cultura nord europea più vicina al nichilismo che alla promozione della vita. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come complesso e nell'insieme segnato da scabrosità.
Utilizzazione
Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria con molta cautela e in contesti mirati e di confronto culturale. Attenzione é da tenere per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di dvd e di altri supporti tecnici.