LA BALIA

Valutazione
Accettabile, Problematico, dibattiti**
Tematica
Donna, Letteratura, Matrimonio - coppia, Metafore del nostro tempo, Psicologia
Genere
Metafora
Regia
Marco Bellocchio
Durata
Anno di uscita
1999
Nazionalità
Italia
Distribuzione
Istituto Luce

Orig : Italia (1998) - Sogg. : Marco Bellocchio, Daniela Ceselli liberamente tratto dalla novella omonima di Luigi Pirandello - Scenegg. : Marco Bellocchio, Daniela Ceselli - Fotogr. (Panoramica/ a colori) : Giuseppe Lanci - Mus. : Carlo Crivelli - Montagg. : Francesca Calvelli - Dur. : 100' - Produz. : Pier Giorgio Bellocchio per Filmalbatros in coproduzione con Istituto Luce e in collaborazione con Rai.

Interpreti e ruoli

Fabrizio Bentivoglio (prof. Ennio Mori), Valeria Bruni Tedeschi (Vittoria Mori), Maya Sansa (Annetta), Jacqueline Lustig ( la balia), Michele Placido, Pier Giorgio Bellocchio.

Soggetto

Roma, primi anni del Novecento. Il professor Ennio Mori, un medico affermato che si occupa di malattie mentali, e la moglie Vittoria hanno un bambino. Il parto é molto difficile, e l'avvenimento mette ben presto in crisi il rapporto tra marito e moglie. Il neonato non si attacca al seno della madre, e Vittoria comincia a sentire una sorta di distacco dal figlio, che si traduce in una sostanziale mancanza d'amore. Mori si decide allora a prendere una balia, e la scelta cade su Annetta, una ragazza siciliana fiera e volitiva, sposata con un uomo agli arresti per motivi politici. Annetta in breve tempo stabilisce col bambino un rapporto di grande intimità e fisicità, mentre Vittoria cade in un' angoscia sempre più profonda che infine la spinge a lasciare la casa e il marito. Mori nel frattempo é impegnato in ospedale a provare nuove modi per curare i malati di mente. Un suo giovane assistente guarda anche con attenzione i cortei e le manifestazioni che riempiono le strade reclamando cambiamenti sociali, e pensa che una nuova medicina debba andare di pari passo con una nuova società. Mori si avvicina di più ad Annetta, viene a conoscenza del suo essere analfabeta, e accetta di darle lezioni, anche se quando arriva il momento non sa da dove cominciare. Mori incontra di nuovo la moglie, ma tra loro il dialogo risulta ormai difficile e faticoso. Annetta non riesce più a nascondere il fatto che, quando esce, va in un casa vicina ad allattare anche il proprio figlioletto. Mori però non la rimprovera. La presenza di Annetta ha ormai creato un solco profondo tra marito e moglie ma allo stesso tempo ha permesso di diradare il velo dell' incomprensione e di intraprendere la strada verso un maggiore chiarezza.

Valutazione Pastorale

Il soggetto de "La balia" é tratto dall'omonima novella di Luigi Pirandello, scrittore che ha avuto un rapporto molto fecondo con il cinema: se ne é infatti occupato personalmente fino alla morte nel 1936, e poi dal dopoguerra il cinema italiano ha fatto spesso ricorso alla sua opera, trovandovi ispirazione, suggestioni, stimoli per un approccio spesso diverso ma comunque interessante. "La balia" è un film senz'altro pregevole sul piano della realizzazione tecnica. La ricerca formale é spesso funzionale a quella contenutistica: il regista usa toni spenti, sommessi, luci basse, molte zone di buio, con l'intento di rappresentare i lati oscuri, i nodi sociali e culturali non risolti di tanta borghesia italiana primo Novecento. E' un film sull'amore, "La balia": sulla difficoltà di accogliere l'amore che nasce, sul dolore di adattarsi all'amore rifiutato, sulla capacità o l'incapacità di amare. Film sfuggente, spesso triste, quasi sempre malinconico: accanto a Vittoria, priva di equilibrio con se stessa e verso la famiglia, ci sono i malati di mente in ospedale,la follia contrapposta alla scienza, i sentimenti alla ragione, la ricerca di un linguaggio comune (il cinema?) come luogo di comprensione e di nuovi rapporti. Forse dentro questi nodi ci sono i maggiori contatti con Pirandello. Ma alla fine rimane la sensazione che tutto il racconto, proiettato in anni in cui c'erano idee di 'rivoluzione', sia un grande schermo dietro il quale ripararsi per non parlare direttamente dell'oggi. Bellocchio si nasconde dietro la ricostruzione storica,e cosi riesce a non compromettersi. Dal punto di vista pastorale, fatta comunque salva la sincerità dell'operazione, il film è da considerare positivo, per il modo attento e profondo con cui scava nell'animo e nelle psicologie dei personaggi. Film quindi accettabile, problematico e da suggerire per dibattiti.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, ed è da recuperare in seguito anche in occasioni mirate, come avvio a riflessioni sui temi indicati del rapporto di coppia, della psicologia, della maternità e, più in generale, del modo di proporli, sotto forma di metafora, all'uomo e alla donna di oggi.

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