Orig.: Italia (2009) - Sogg.: Gian Paolo Cugno - Scenegg.: Gian Paolo Cugno, Paolo Di Reda in collaborazione con Chiara Giordano - Fotogr.(Scope/a colori): Giancarlo Ferrando - Mus.: Paolo Vivaldi - Montagg.: Ugo De Rossi - Dur.: 112' - Produz.: Pietro Innocenzi in collaborazione con Medusa Film e SKY.
Interpreti e ruoli
Raoul Bova (Romolo), Maria Grazia Cucinotta. (Maria), Giancarlo Giannini (dott. Guarrasi), Enrico Lo Verso (Nello adulto), David Coco (Giuseppe adulto), Marco Bocci (Giorgio adulto), Simona Borioni (Caterina), Anna Safroncik (Anna), Maurizio Nicolosi (commissario), Franco Interlenghi (padre di Romolo), Antonella Lualdi . (madre di Romolo)
Soggetto
Sicilia, tra gli anni Cinquanta e gli Ottanta. I fratelli Giuseppe e Giorgio crescono senza il padre e quando da Roma al seguito di una troupe cinematografica arriva il giovane Romolo e si innamora della bella mamma Maria, i due cercano di scacciarlo ma combinano un grosso guaio. C'è un'esplosione, Romolo muore e viene sepolto senza avvertire nessuno. Giorgio accusa problemi alla vista. Più avanti eccoli cresciuti: c'è la contestazione, ci sono gli scioperi, c'è la contrastata amicizia con Nello, figlio del farmacista, che spende i soldi del padre. C'è Torino, dove Giorgio va per curarsi, la Fiat, le brigate rosse, Caterina che Giorgio vuole sposare, trasferendosi in Piemonte. Giuseppe non vuole, e si oppone anche con la forza. Ma il destino divide i due fratelli.
Valutazione Pastorale
Dice Cugno: "Il titolo si riferisce alla società che i nostri nonni hanno sognato per noi e che i nostri genitori non sono riusciti a realizzare". In ogni definizione c'è sempre il rischio di generalizzare. Qui forse é meno accentuato, perché la localizzazione regionale attutisce alquanto il succedersi degli avvenimenti. Nato a Pachino (Siracusa) nel 1968, Cugno fa un bel passo avanti rispetto all'esordio con lo scombinato "Salvatore" (vedi scheda). Forse i flashback incrociati inducono a qualche confusione narrativa ma il racconto ha un coerente impianto visivo e le giuste motivazioni psicologiche. In qualche passaggio si sfiora il melò, e forse si poteva affondare di più il pedale dell'esaperazione emotiva. D'altronde sembra che (dopo "Baaria" di Tornatore) la Sicilia si presti più come scenario di profonde tragedie esistenziali che non di asciutti resoconti di cronaca. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile e nell'insieme problematico.
Utilizzazione
Il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e in seguito come proposta di film-ritratto del recente passato della regione siciliana, tra speranze e utopia. Qualche attenzione per i più piccoli in vista di passaggi televisivi o di usodi VHS e DVD.