Orig.: Canada/Francia (2010) - Sogg.: tratto dall'opera teatrale "Incendies" di Wajdi Mouwad - Scenegg.: Denis Villeneuve con Valérie Beaugrand Champagne, assistente - Fotogr.(Panoramica/a colori): André Turpin - Mus.: Grégoire Hetzel - Montagg.: Monique Dartonne - Dur.: 130' - Produz.: Luc Déry, Kim McCraw.
Interpreti e ruoli
Lubna Azabal (Nawal Marwan), Mélissa Désormeaux Poulin (Jeanne Marwan), Maxime Gaudette (Simon Marwan), Remy Girard (notaio Jean Lebel)
Soggetto
A Montreal, convocati alla morte della madre Narwal dal notaio Lebel per la lettura del testamento, i gemelli Jeanne e Simon Marwan si vedono consegnare due lettere da recapitare al padre, che credevano morto, e a un fratello di cui ignoravano l'esistenza. Simon é più reticente, Jeanne invece parte subito per il Medio Oriente, da dove era arrivata la mamma, e comincia una difficile ricerca che porta a una imprevedibile scoperta.
Valutazione Pastorale
All'origine "Incendies" é un opera teatrale, scritta da Wajdi Mouawad e andata in scena in Francia il 14 marzo 2003 e in Quebec il 23 maggio dello stesso anno. In seguito è stata rappresentata in altri otto paesi tra cui l'Italia. Dal Canada nei teatri di guerra, si potrebbe dire. L'ambientazione in Medio Oriente resta volutamente generica: non si fanno mai nomi espliciti di luoghi e Paesi ma i conflitti che hanno incendiato quelle zone rappresentano un tragico scenario da cui deriva tutto il resto. Il testo, e il copione, partono infatti dalla grande Storia, quella che va sui giornali e in televisione, per discendere al livello della microstoria, quella spesso silenziosa di cui nessuno viene a conoscenza. Così a poco a poco il conflitto dai campi di battaglia si sposta sui terreni dell'individuo, sulle ferite inferte al corpo e, di più, all'anima. I sentimenti violentati, gli affetti manipolati arrivano in primo piano a ricordarci come la guerra lasci vittime non solo sul campo ma anche dopo, a distanza di anni. Su situazioni che potrebbero sfociare in rancore e odio, la 'donna che canta' affida agli altri, ai figli, lettere che invece invitano al perdono e alla speranza. Muovendosi con abilità tra presente e flashback, la regia scandisce un dramma palpitante e commosso, che cerca di arrivare con misura e ragione alla rivelazione finale. Benissimo interpretato, il film coinvolge e fa riflettere e, dal punto di vista pastorale, é da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria. L'intensità della storia e la durezza della conclusione inducono a prestare attenzione per la presenza di minori e bambini.