Orig.: Italia (2015) - Sogg.: Gianni Zanasi - Scenegg.: Gianni Zanasi, Michele Pellegrini, Lorenzo Favella - Fotogr.(Scope/a colori): Vladan Radovic - Mus.: Niccolò Contessa - Montagg.: Rita Rognoni - Dur.: 117' - Produz.: Rita Rognoni, Beppe Caschetto per Pupkin Production, IBC Movie, RAI CINEMA - 33° TORINO FILM FESTIVAL 2015, SEZIONE "FESTA MOBILE".
Interpreti e ruoli
Valerio Mastandrea (Enrico Giusti), Hadas Yaron (Achrinoam), Giuseppe Battiston (Carlo Bernini), Filippo De Carli (Filippo Lievi), Camilla Martini (Camilla Lievi), Maurizio Donadoni (zio Umberto), Teco Celio (Bernini sr.), Daniele De Angelis (Nicola Giusti), Maurizio Lastrico (Ivano), Paolo Briguglia (Matteo Borghi), Domenico Diele (assistente di Bernini)
Soggetto
All'interno di una società italiana con respiro internazionale, Enrico Giusti si occupa di avvicinare dirigenti del tutto incompetenti, di diventarne amico e di convincerli ad andare via evitando il fallimento delle rispettive aziende. Quando in un malaugurato incidente il proprietario perde la vita, i due figli, di 18 e 13 anni, dovrebbero ereditare i dirigenti , e Enrico viene indicato come la persona ideale per aiutarli in questa fase delicata...
Valutazione Pastorale
Gianni Zanasi è nel ristretto numero dei registi italiani mossi da continua voglia di sovvertire regole, rompere equilibri, uscire dal pregresso. Un sano atteggiamento di ribellione che aveva motivazioni e coerenza nel precedente titolo Non scherzare. Ne ha meno in questo di ora, del quale bisognerà pur dire che lo spunto iniziale crea divaricazioni difficili da colmare. Il ruolo (il mestiere?) di Enrico, oscuro all'inizio, resta tale anche in seguito. E intorno a lui si aggiungono una serie di situazioni e personaggi mai del tutto limpidamente descritti. Il bello è che, mentre il copione scorre su passaggi impervi e sentieri ora limpidi ora tempestosi, il cuore del film, il suo battito ansiogeno si apre su ellissi narrative inattese, passano attraverso scontri di caratteri, scambi di sensazioni, gioie e dolori ribaltati in un attimo. A dire che il capitale è difficile da gestire, che la ricchezza lascia con l'amaro in bocca e che (titolo docet) la felicità è un sistema complesso. La ricerca della felicità è un tunnel, un'autostrada a tre corsie, un cannocchiale a doppia vista. La critica sociale si insinua velenosetta tra le tante lame lanciate nel tessuto di una società malata. Zanasi prova ad essere inisme moralista e provocatorio. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria o, meglio, in occasioni mirate per avviare riflessioni sui temi del lavoro, della famiglia, del capitale nella società attuale.