Sogg.: tratto dal romanzo di John Katzenbach - Scenegg.: Jeb Stuart, Peter Stone - Fotogr.: (scope/a colori) Latos Koltai - Mus.: James Newton Howard - Montagg.: William Anderson - Dur.: 102' - Produz.: Lee Rich, Arne Glimcher, Steve Perry
Interpreti e ruoli
Sean Connery (Paul Armstrong), Laurence Fishburne (Tanny Brown), Kate Capshaw (Laurie Armstrong), Blair Underwood (Bobby Earl Ferguson), Ruby Dee (Evangeline Ferguson), Ed Harris (Blair Sullivan), Christopher Murray (Agente Wilcox), Brooke Alderson, Scarlett Jonansson, Ned Beatty, Liz Torres, Lynne Thigpen, Taral Hicks, Victor Slezak, George Plimpton.
Soggetto
Ochopee, Florida. Accusato dello stupro e del brutale assassinio di una bambina, Joanie, lo studente nero Bobby Earl Ferguson, è stato condannato a morte. In carcere da otto anni invia la nonna Evangeline da un celebre docente di diritto penale ad Harvard, Paul Armstrong, perché intervenga. Dapprima intenzionato a lasciar perdere, Armstrong viene convinto dalla moglie Laurie, avvocato in un processo dove già Bobby venne implicato, ad accettare il caso. La polizia locale, l'agente di colore Tanny Brown ed il collega bianco Wilcox, che hanno seviziato ed intimorito Bobby per indurlo a confessare, sono ostili a Paul, che indagando però scopre che l'accusa si basa sull'unica testimonianza e sul diffuso malanimo contro il giovane. Questi gli rivela che un detenuto, il killer Blair Sullivan, gli ha confidato di aver ucciso lui la bambina. Sullivan dice a Paul dove si trova l'arma del delitto, e scrive una lettera di confessione che letta in aula scagiona Ferguson. Mentre il killer muore sulla sedia elettrica, Bobby, che ne ha ucciso i genitori, rapisce la moglie e la figlia di Armstrong. Quando costui lo raggiunge nelle paludi, gli rivela che per la scarsa abilità di Laurie Armstrong al processo è stato tenuto in cella per 24 ore, subendo la castrazione e la rovina della sua carriera universitaria. Così vuole seviziare ed uccidere i due ostaggi per vendicarsi della donna servendosi del marito. Ma l'intervento di Tanny, pur ferito in precedenza da Bobby, permette a Paul di eliminarlo col suo coltello.
Valutazione Pastorale
la domanda iniziale che il film pone è se la pena di morte sia giusta. Il professore universitario, paladino della sua abolizione, e che come un crociato si reca nel profondo e razzista Sud ad affrontare biechi poliziotti dai feroci metodi che perseguitano un nero innocente, si trova alla fine di fronte ad una scelta strettamente e drammaticamente personale, davanti alla quale tutti i suoi propositi legalisti, considerata l'estrema spinta emotiva e la drammaticità della situazione, vengono a cadere. Il fatto grave è che la rappresentazione iniziale dei bestiali metodi da parte della polizia per fiaccare la resistenza di Bobby, per la legge soltanto l'unico indiziato, convoglia tutto lo sdegno e la riprovazione dello spettatore. Ma lo svolgimento della vicenda e lo svelamento finale della giustezza dell'accusa parrebbero ambiguamente suffragare come legittimi certi metodi, di fronte all'efferatezza di certe personalità criminali di cui gli Stati Uniti sono a quanto pare abbondantemente forniti. Lambiguità del discorso penale, lo spettacolo della malattia mentale, esibito con indubbio compiacimento, e la crudezza di certe immagini, frasi e situazioni non consentono di accettare questo film.