LA LUCE DEL LAGO

Valutazione
Discutibile, Ambiguità
Tematica
Gangster
Genere
Drammatico
Regia
Francesca Comencini
Durata
93'
Anno di uscita
1990
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
LA LUCE DEL LAGO
Distribuzione
Italian International Film
Soggetto e Sceneggiatura
Francesca Comencini, Stephane Didier Lambert, Serge Bramly Francesca Comencini
Montaggio
Agnes Guillemot

Sogg.: Francesca Comencini - Scenegg.: Francesca Comencini, Stephane Didier Lambert, Serge Bramly - Fotogr. (panoramica/a colori): Denis Lenoir - Montagg.: Agnes Guillemot - Dur.: 93' - Produz.: Italian International Film, Roma; Erato Films, Paris.

Interpreti e ruoli

Nicole Garcia (Carlotta), Wadeck Stanckzak (Marco), Francesca Romana Prandi (Miranda), Luc Lavandier, Solenn Jarniou, Anne Alvaro, Valerie Toledano, Sabine Frugier, Jean Louis Barbault.

Soggetto

Per sfuggire alla malavita (che a torto gli ha attribuito uno "sgarro"), Marco va a rifugiarsi in un villaggio sulle Prealpi francesi, nella villa dove lavora come cameriera la sorella dell'amico Michel, suo compagno di piccole imprese poco chiare. Lassù, vicino ad un piccolo lago isolato, abita nel suo bel cottage e tutto l'anno Carlotta, scrittrice e poetessa di fama, un pò più anziana del giovane fuggitivo. I due si innamorano, lei solitaria da sempre in attesa dell'Amore, lui irrequieto e, affascinato man mano dalla cultura della donna. Là dove è ospite, vivono Miranda, una ragazza in piena crisi esistenziale, molto affezionata a Carlotta, e Lucia insieme al padre e padrone di casa (che Miranda chiama "il vecchio"), per il quale la madre di quest'ultima, violoncellista e morta da tempo, è stata il primo e mai obliato amore. E "il vecchio" tiene Miranda con sé, come se fosse una altra figlia. Forse anche perché insofferente del clima troppo calmo che lo circonda, Marco fa una corsa in città (dove viveva con la nonna), in cerca di Michel. Carlotta, sopra pensiero per lui, lo cerca insieme a Miranda invano. Ma Marco non può che tomare: la bionda scrittrice è ormai diventata per lui più che un richiamo, anche se la presenza del giovane ed il palese affetto dei due determinano la gelosia di Miranda. Con il suo improvviso arrivo, Michel dice all'amico che sulla sua testa vi è una taglia e che egli si trova in pericolo. Marco pensa di fuggire e Carlotta è disposta a seguirlo, ma all'alba due killer sparano a Marco per ordine di qualcuno che ce l'ha con lui e il giovane muore in riva al lago. Per Carlotta e per tutti gli altri prigionieri dell'inerzia, di sogni e di ricordi la vita quieta del lago e dell'asilo montano tornano alla tranquillità.

Valutazione Pastorale

Una storia d'amore, in cui le vicende del giovanotto in fuga (il vecchio che non lo incontra mai ma lo definisce ridendo un "gigolo") non hanno la meglio sul rapporto con la scrittrice solitaria, patetica e vogliosa di affetto. Il racconto non è mal costruito, ma gli nuoce un intellettualismo estenuato, ed un neo-romanticismo che, fra le tante citazioni di versi incide negativamente sulla tensione drammatica. La regia punta le sue carte sulle atmosfere e sugli stati d'animo, ma non tutti i personaggi li traducono in modi compiuti e convincenti, specie quel Marco fuggiasco, dei cui precedenti non si sa veramente nulla con chiarezza e che sembra far l'amore senza nulla donare di sé. La donna appare più coerente e plausibile, anche se fragilina e senza lacerazioni vive e avvertite, come se la luce stessa del lago l'avesse ingrigita e impigrita. Sopra le righe, invece, il personaggio di Miranda, introversa, rancorosa, esagitata (e pessimamente interpretata). In genere, molta, forse troppa letteratura e, nonostante forbiti aspetti formali, poco cinema: il che, data anche la naturale quiete lacustre, finisce con l'ingenerare un certo tedio. I paesaggi, colti in Francia, sono molto belli, oltre che egregiamente resi dalla fotografia di Denis Lenoir.

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