Orig.: Italia (2016) - Sogg.: David Grieco - Scenegg.: Guido Bulla, David Grieco - Fotogr.(Scope/a colori): Fabio Zamarion - Mus.: Pink Floyd, Atom Heart Mother Suite - Montagg.: Francesco Bilotti - Dur.: 115' - Produz.: Marina Marzotto, Alice Buttafava conDominique Marzotto, Lionel Guedj, Vincent Brancon.
Interpreti e ruoli
Massimo Ranieri (Pier Polo Pasolini), Libero De Rienzo (Antonio Pinna), Matteo Taranto (Sergio), Francois Xavier Demaison (Moreau), Milena Vukotic (Susanna Colussi Pasolini), Roberto Citran (Giorgio Steimetz), Tony Laudadio (l'avvocato), Alessandro Sardelli (Giuseppe Pino Pelosi), Paolo Bonacelli (il Vescovo), Catrinel Marlon (la prostituta)
Soggetto
Nell'estate del 1975 Pier Paolo Pasolini è impegnato al montaggio di uno dei suoi film più discussi,"Salò o le 120 giornate di Sodoma" e nella stesura del romanzo "Petrolio", un atto d'accusa contro il potere politico ed economico dell'epoca. Il regista/scrittore da mesi ha una relazione con Pino Pelosi, un giovane sottoproletario romano già conosciuto per i suoi contatti con il mondo criminale della capitale. Una notte alcuni amici di Pelosi rubano il negativo di "Salò" e chiedono un riscatto esorbitante. Il vero obiettivo di questa azione era ottenere i soldi o non piuttosto mettere in crisi Pasolini come persona e intellettuale?
Valutazione Pastorale
Si finisce con un punto interrogativo perché questa è la sostanza dell'omicidio Pasolini, uno dei molti misteri della recente storia italiana. A dire il vero, dopo la morte avvenuta nella notte tra il primo e il due novembre 1975, la giustizia ha seguito il suo corso: primo processo nel 1976 a Pino Pelosi e sua condanna per l'omicidio di Pasolini in concorso con ignoti. Tre anni dopo, il 26 aprile 1979, la Corte Costituzionale rende definitiva la condanna per omicidio senza mai menzionare, o quasi mai, la presenza di questi ignoti complici. Sono passati oltre quaranta anni eppure David Grieco non è evidentemente soddisfatto e ritiene che ci sia ancora possibilità di riaprire il caso e di rivedere una sentenza ormai passata in archivio. Il copione ripete cose già conosciute e altre le posiziona secondo una dislocazione tendente a ricompattare personaggi e situazioni molto frammentari. In particolare Grieco ha acquisito molta conoscenza sui fatti che continua a seguire con insistenza, segue personaggi, situazioni, il passato e il presente, anche con qualche sconfinamento nella vita pasoliniana: sulla quale il film si getta con caparbietà e insistenza. La sceneggiatura accumula testimonianze, ipotesi, torna sulla presenza di figure 'oscure' nella vita italiana (Steimetz). Eppure, nonostante una certa lucidtà narrativa, il ritmo resta diseguale, i passaggi sono un po' squilibrati e gli episodi dimostrano poca compattezza. Forse, passando gli anni, la figura di Pasolini sbiadisce nel ricordo della cronaca per diventare mito e, quasi, leggenda. Senza che, però, una qualche convinzione emerga dalla sentenze della giustizia. Dal punto di vista pastorale il film è da valutare come consigliabile, problematico e da destinare a dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni per avviare riflessioni su un episodio comunque complicato e controverso.