Orig.: Australia (2000) - Sogg.: tratto dal romanzo omonimo di Dorothy Porter - Scenegg.: Anne Kennedy - Fotogr.(Scope/a colori): Garry Phillips - Mus.: Single Gun Theory - Montagg.: Dany Cooper - Dur.: 95' - Produz.: Robert Connolly, John Maynard.
Interpreti e ruoli
Susie Porter (Jill Fitzpatrick), Kelly McGillis (Diana Maitland), Jim Holt (Bill), Marton Csokas (Nick), Deborah Mailman (Lou), Abbie Cornish (Mickey), Jean-Pierre Mignon (Tony Brach), Caroline Gilmer . (Barbara Brach)
Soggetto
In un piccolo centro dell'Australia, l'investigatrice privata Jill, attualmente senza lavoro, accetta l'incarico di indagare sulla scomparsa di Mickey, una studentessa d'arte. Tra le prime persone con cui entra in contatto c'é Diana, la professoressa della ragazza. Dopo qualche sguardo d'intesa, tra le due donne scatta la scintilla che le porta a dare il via ad una relazione omosessuale tra loro, nonostante Diana sia sposata con Nick, avvocato che non trascura avventure occasionali. Dopo qualche tempo Mickey viene trovata morta per strangolamento. Appurato che la ragazza amava la poesia, Jill indaga al college, nella cerchia dei frequentatori abituali, artisti, poeti, e altri. In realtà le poesie che Mickey preferiva, e leggeva anche in pubblico, erano di taglio particolare: erotiche, improntate sul desiderio sessuale, sulla ricerca del piacere. Dopo aver saputo a Brisbane dal poeta Tony che Mickey aveva dato a Diana un diaro segreto e essere entrata in possesso di un video in cui si vede Diana che bacia Mickey, Jill restringe il campo dei colpevoli. L'autore dell'omicidio è Nick, il marito, entrato in un pericoloso gioco erotico a tre. Jill denuncia il tutto alla polizia.
Valutazione Pastorale
La sceneggiatura è tratta da un romanzo in versi di Dorothy Parker, libro che in Australia è diventato un caso letterario. Gli argomenti sono delicati, e la proposta nel ruolo del detective tradizionalmente ' al maschile' di una donna giovane e aggressiva potrà forse segnare una tappa innovativa all'interno del genere thriller nella schiera dei 'private eyes'. Non potendo, ed essendo comunque superfluo giudicare la pagina scritta, bisogna però restare a quello che si vede. E qui i conti non tornano. Sembra che per la regista Samantha Lang l'impianto del 'giallo' sia soltanto un pretesto per l'inserimento di sequenze erotico-sessuali forti e di tono solo voyeuristico. La parte che conta, insomma, è quella esibizionistica, e poi arriva una vicenda adeguatamente torbida, anche questa a dire il vero realizzata con pochissimo tono critico e con molto compiacimento. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come inaccettabile, e scabroso in modo inutile, fine a se stesso.
UTILIZZAZIONE: non si vedono possibili utilizzazioni del film, né in programmazione ordinaria né in altre circostanze. Molta attenzione per i minori in occasione di passaggi televisivi.