Orig.: Stati Uniti (2003) - Sogg. e scenegg.: Zach Braff - Fotogr.(Scope/a colori): Lawrence Sher - Mus.: Chad Fisher - Montagg.: Myron I. Kerstein - Dur.: 105' - Produz.: Jersey Films, Double Feature Films, Camelot Pictures.
Interpreti e ruoli
Zach Braff (Andrew Largeman), Natalie Portman (Sam), Peter Sarsgaard (Mark), Ian Holm (Gideon Largeman), Jean Smart (Carol), Method Man (Diego), Geoffrey Arend (Karl Benson), Ron Leibman (dott. Cohen), Debbon Ayer (Faye), Alex Burns . (Dave)
Soggetto
Ricevuta dal padre la notizia della morte della mamma, il giovane Andrew lascia Los Angeles, dove vive facendo l'attore, e torna dopo nove anni nella cittadina natale di Garden State. L'incontro con gli amici di un tempo é tutt'altro che esaltante. Andrew non sta bene di salute, assume strani medicinali, poi va dal medico e, nella sala d'attesa, conosce Sam, una ragazza che afferma di essere molto ammalata. In realtà Andrew é preda di un profondo squilibrio esistenziale. Da piccolo, ha involontariamente spinto la madre, costringendola sulla sedia a rotelle. A 9 anni é entrato in terapia e a 16 in collegio. Ora a Hollywood i produttori gli offrono soprattutto ruoli di handicappato. Seguendo l'amico Mark, Andrew si scontra con nuove situazioni che non lo aiutano a migliorare. Dopo il colloquio con il padre, in cui forse riesce a liberarsi del senso di colpa verso la madre, Andrew decide di tornare in California. All'ultimo momento però scende dall'aereo e raggiunge Sam. Le dice di essere innamorato e che solo con lei si sente sicuro. Lei ricambia. E lui: "E ora che facciamo?".
Valutazione Pastorale
Per gli appassionati Zach Braff é il protagonista di 'Scrabs', una serie tv di grande successo trasmessa anche in Italia. Braff ha trenta anni, é una star (almeno negli Stati Uniti) eppure ecco che, per il suo esordio su grande schermo, scrive, interpreta e dirige una storia tutta incentrata su una profonda crisi esistenziale, su una affannosa ricerca di identità. Garden State é la cittadina dell'infanzia dove Andrew, il protagonista, torna in seguito alla morte della madre. Da Los Angeles, da quel mondo del cinema che non gli ha portato le soddisfazioni sperate, il giovane riprecipita a poco a poco nella routine di una vita monotona, dove l'idea di trasgredire é ancora legata allo spinello, alla polverina, alla feste promiscue. Prende così il via una specie di cronaca minima ai margini del vivere, un diario venato di amarezze tuttavia non pessimista ma soltanto pieno di dubbi, quasi, si direbbe, privato di un orizzonte comprensibile. Nella generale provvisorietà, tutto (dalle medicine al colloquio con il padre) diventa occasione di fuga dalla realtà. E il finale, che richiama quello analogo de "Il laureato", diventa così sostanzialmente onesto, capace cioé di cogliere lo spirito del tempo nell'assenza di riferimenti e di valori certi. Frenato nella sua spontanea drammaticità da qualche passaggio ora un po' compiaciuto, ora un po' frammentario e irrisolto, il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come discutibile, problematico e adatto per dibattiti.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria con attenzione per la presenza dei minori. Da recuperare come avvio alla riflessione sulle incertezze della generazione dei trentenni oggi in America. Stessa cura é da usare per i più piccoli in vista di passaggi televisi o di uso di VHS e DVD.