Sogg. e Scenegg.: Martin Donovan, David Koepp - Fotogr.: (normale/a colori) Dean Cundey - Mus.: Alan Silvestri - Montagg.: Tom Rolf - Dur.: 102' - Produz.: Robert Zemeckis, Steve Starkey
Interpreti e ruoli
Meryl Streep (Madeline Ashton), Goldie Hawn (Helen Sharp), Bruce Willis (Ernest Menville), Isabella Rossellini (Lisle), Ian Ogilvy (Chagall), Adam Storke (Dakota), Nancy Fish (Rose), Alaina Reed Hall, Michelle Johnson, Mary Ellen Trainor, William Frankfather, John Ingle
Soggetto
a Beverly Hills, due donne si combattono da tempo: Madeline Ashton, stella del musical, ed Hellen Sharp, scrittrice di successo. Sono ormai non più giovani e creme e belletti rientrano nell'uso quotidiano per sconfiggere il processo d'invecchiamento. Madeline è abituata a portar via gli uomini alla rivale e per ultimo ha circuito Ernest Menville, un medico specializzato in chirurgia plastica, che ha sposato. Non basta, però: l'eterna giovinezza è desiderata dalle due donne, che fanno ricorso alla misteriosa pozione della celebre maga Lisle. Il dottor Ernest, già frastornato dalla sua aggressiva moglie, dovrebbe curare le due donne ora alleate, prendendo però la pozione lui pure. Non ci sta, si ribella, viene insultato, finchè scompare, per farsi una altra vita. Gli sorride l'idea di vivere secondo leggi naturali, avere a suo tempo copiosa prole ed invecchiare senza ambizioni di eternità terrena. Madeline ed Helen assistono molti anni dopo al funerale d!i Ernest. La fuga e la morte del medico hanno significato per loro la fine della cura di mantenimento. Esse, dapprima, perdono lembi di pelle e, poi, arto dopo arto per aver ruzzolato dalla scalea della chiesa, disseminando di pezzi anatomici la strada.
Valutazione Pastorale
le due donne, ansiose di eterna bellezza, vanno in pezzi. Anche nella società dei consumi, la "manutenzione" è necessaria, si tratti di un'automobile o di una bionda "pozionata" da una maga. E' lo spunto del film di Robert Zemeckis, che ondeggia fra il comico, il grottesco ed il fantastico, ma che risulta agro e vagamente funerario. Nulla di astruso e incomprensibile, ma la tesi o se si vuole la moraletta arriva pure male, in quanto proclamata "presente cadavere" dal pulpito del celebrante in toni didascalici. Non è da escludere che il film solleciti qualche pensierino particolare agli americani, che della Morte hanno l'incubo e che, in ogni caso, i cadaveri li vogliono composti e dipinti. Le donne devono essere belle in vita (e figurarsi quando cominciano ad invecchiare o come qui stranamente avviene a morire deteriorate, sdrucite, seminando teste, braccia e gambe). Il film non è amaro e beffardo a livello di satira, nè risulta così drammatico quant!o ad eventi e narrazione. Punta tutto su taluni effetti di creazione virtuosistica. Da citare Meryl Streep con la faccia girata sul collo a 180°, sorridente a picco sul fondo schiena, oppure Goldie Hawn con un enorme foro a mezzo stomaco al di là del quale si possono ammirare il pianoforte di casa, i tappeti ed il paesaggio.