Orig. : Argentina/Olanda/Italia/Spagna (2004) - Sogg. e scenegg.: Juan Pablo Domenech, Lucrecia Martel - Fotogr.(Panoramica/a colori): Felix Monti - Mus.: Andres Gerzenson - Montagg.: Santiago Ricci - Dur.: 106' - Produz.: Lita Stantic, El Deseo, La Pasionaria, Teodora Film, Hubert Bals Fund.
Interpreti e ruoli
Maria Alche (Amalia), Julieta Zylberberg (Josefina), Mercedes Moran (Helena), Carlos Belloso (Jano), Alejandro Urdapilleta (Freddy), Mia Maestro (Ines), Monica Villa (madre di Josefina), Marta Lubos (Mirta), Alejo Mango (Cuesta), Arturo Goetz . (Vesalio)
Soggetto
Durante l'inverno, in Argentina, in un grande albergo, due adolescenti, Amalia e Josefina, frequentano un gruppo di catechismo dove si dibattono importanti questioni teologiche. Nell'albergo intanto prende il via un congresso di medicina. Tra i tanti partecipanti, Amalia è attratta dal dottor Jano. Gli si avvicina in alcune occasioni, e lui sembra volerne approfittare, salvo poi ritrarsi con rapidità. La mamma di Amalia gestisce l'albergo con il fratello e ha poco tempo per seguire la figlia. Josefina invece vorrebbe prendersi qualche libertà, ma i genitori la seguono con attenzione. A conclusione del congreso i medici decidono di mettere su uno spettacolino, e coinvolgono anche la mamma di Amalia. Nel frattempo sono arrivati moglie e figli di Jano, e la notizia filtrata di molestie fatte da uno dei partecipanti ad una studentessa non ha seguito. Nella piscina dell'albergo Amalia e Josefina nuotato allegramente.
Valutazione Pastorale
Capita spesso, inutile ripeterlo: alle buone impressioni suscitate dalla sua opera prima, "La Cienaga", la Martel fa seguire un secondo titolo che segna qualche passo indietro. Non tanto sul piano strettamente visivo o narrativo (la m.d.p. si muove bene nei tanti spazi del microcosmo alberghiero; l'unità di luogo é funzionale ad un'idea di 'presente' quasi storico), quanto su quello espressivo. L'indagine sulle incertezze adolescenziali delle protagoniste perde mordente quando diventa troppo dichiarata: siamo in Argentina, si parla di religione, quindi di pulsioni sessuali nascoste, rubacchiate, provocate. Tutto rischia di diventare troppo facile, proprio perchè la regista inclina ad immagini e atmosfere forzatamente pruriginose, anche quando non sarebbe del tutto necessario: lo si avverte quasi dentro la singola inquadratura, come una specie di 'pretesto' psicologico. Le problematiche relative all'età delle ragazze, ai rapporti con i grandi, con i genitori, alla scoperta di se e degli altri restano così molto di sfondo. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come discutibile e nell'insieme di taglio morboso.
UTILIZZAZIONE: sia in programmazione ordinaria sia in altre occasioni, il film é da utilizzare con attenzione per la presenza dei minori. Stessa cura è da tenere in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.