LA PAROLA AMORE ESISTE

Valutazione
Problematico, Raccomandabile, Dibattiti**
Tematica
Donna, Matrimonio - coppia, Psicologia
Genere
Drammatico
Regia
Mimmo Calopresti
Durata
81'
Anno di uscita
1998
Nazionalità
Italia
Distribuzione
Mikado Film
Soggetto e Sceneggiatura
Francesco Bruni, Heidrun Schleff, Doriana Leon Mimmo Calopresti, Hei
Musiche
Franco Pier
Montaggio
Massimo Fiocchi

Sogg.: Mimmo Calopresti, Hei- drun Schleff - Scenegg.: Francesco Bruni, Heidrun Schleff, Doriana Leon- deff - Fotogr.: (Panoramica/a colori) Alessandro Pesci - Mus.: Franco Pier- santi - Montagg.: Massimo Fiocchi - Dur.: 81' - Coproduz.: Bianca Film, Roma - Camera One, Arena Films, Paris

Interpreti e ruoli

Valeria Bruni Tedeschi (Angela), Fabrizio Bentivoglio (Mario Recanati), Marina Confalone (Sara), Daria Nicolodi (madre di Angela), Valeria Milillo (Giovanna), Maria Consagra (Olivia), Giovanna Giuliani (Carlotta), Gerard Depardieu, Roberto De Francesco, Massimo Bonetti, Mimmo Calopresti, Victor Cavallo, Emanuela Macchniz.

Soggetto

Angela, trent'anni, vive una vita difficile segnata da incertezze e fobie. Nella confusa ricerca dell'amore, si divide tra sedute dallo psicanalista, incontri con amiche dalla vita sentimentale irregolare, brevi colloqui con la madre, una elegante signora dell'alta borghesia che sopporta con pazienza le irregolarità della figlia. Un giorno crede di aver individuato l'uomo da amare: nello stesso palazzo dello psicanalista, abita Marco Recanati, insegnante di violoncello sulla quarantina, separato e padre di una ragazza di quindici anni. Lo avvicina, prende appuntamento per una lezione, non ci va, scrive dei biglietti che Marco trova nel cappotto di una giovane allieva, di cui equivocando si infatua. Non riuscendo a trovare un equilibrio, Angela lascia la propria casa e si trasferisce in una clinica fuori città. Qui fa amicizia con Sara, donna di mezza età, che da tempo vive sul posto e, dopo qualche tempo, decidono insieme di tornare a Roma. Sulla strada del ritorno, le vede Marco, che era andato a recuperare la propria macchina rubata. Marco riconosce Angela, dà un passaggio ad entrambe, ma poi Sara, presa dalla paura, decide di tornare indietro. La macchina si ferma. Marco e Angela, rimasti soli, la spingono fino ad un self-service.

Valutazione Pastorale

si tratta di un film delicato e intenso. La storia, con grande sensibilità, mette a nudo il disagio esistenziale contemporaneo su un tema eterno quale quello dell'amore, inteso come ricerca di pienezza di se stessi nella stima e nella valorizzazione dell'altro. Pregio del film è di sapersi muovere in contesti realistici ma tra atmosfere ora crepuscolari ora amare, sempre però all'insegna di una voglia costruttiva di cogliere la protagonista nelle sue difficoltà e nella voglia di crescere, di cambiare, di migliorare. Angela rappresenta tutte quelle persone, il cui bisogno d'amore rimane schiacciato dal gioco fatalistico e beffardo della società. Intento a mettere in luce gli aspetti spesso devianti della psicanalisi, il film è giocato sulle sfumature del sogno, sulle difficoltà dei sentimenti all'interno di una generazione post-marxista che si scontra con problemi esistenziali senza avere le capacità per affrontarli. Il film si chiude su una situazione sospesa ma di forte efficacia visiva, come un invito non ad un facile ottimismo ma a tenere la mente e il cuore aperti alla speranza di una soluzione giusta. Film quindi, dal punto di vista pastorale, altamente positivo, in grado di suscitare utili dibattiti sulle problematiche psicologiche e di esprimersi in un linguaggio comunicativo che coinvolge il pubblico giovanile.
Utilizzazione: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e, ampiamente, in altre situazioni, per parlare di cinema e psicanalisi, rapporti di coppia, sentimenti.

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