LA PETIT LILI (La piccola Lili)

Valutazione
Accettabile, Problematico, dibattiti**
Tematica
Cinema nel cinema, Famiglia
Genere
Commedia
Regia
Claude Miller
Durata
104'
Anno di uscita
2004
Nazionalità
Canada, Francia
Titolo Originale
La petit Lili
Distribuzione
Esse&Bi Cinematografica
Soggetto e Sceneggiatura
Claude Miller, Julien Boivent liberamente ispirato ad Anton Cechov
Musiche
brani di autori vari
Montaggio
Veronique Lange

Orig.: Francia/Canada (2003) - Sogg.: liberamente ispirato ad Anton Cechov - Scenegg.: Claude Miller, Julien Boivent - Fotogr.(Panoramica/a colori): Gerard de Battista - Mus.: brani di autori vari - Montagg.: Veronique Lange - Dur.: 104' - Produz.: Annie Miller.

Interpreti e ruoli

Ludivine Sagnier (Lili), Nicole Garcia (Mado), Bernard Giraudeau (Brice), Robinson Stevenin (Julien), Julie Depardieu (Jeanne Marie), Jean-Pierre Marielle (Simon), Michel Piccoli

Soggetto

In una grande casa in Bretagna si ritrovano Mado, attrice di fama di età matura, il suo compagno il regista Brice, suo figlio Julien, il suo fratello maggiore e anziano Simon. Ci sono poi un medico, e la famiglia dei custodi con la figlia Jeanne Marie. Inattesa arriva anche Lili, la ragazza di Julienne. L'occasione per l'incontro comune è data dalla visione di un breve film realizzato da Julien con Lili protagonista. Il tono sperimentale del filmato provoca pareri differenti, e sopratutto contrasti forti tra l'autore da un lato, la mamma e Brice dall'altro. Intanto Lili è conquistata dal fascino di Brice e gli chiede di andare via insieme. Jeanne Marie é innamorata di Julienne ma non ha il coraggio di rivelarlo. Ad un certo punto l'incertezza sulla sua passione per il cinema e la fuga di Lili creano in Julien forte scoramento, al punto di indurlo a cercare di uccidersi. Passa del tempo. Ecco le stesse persone a Parigi. All'interno degli studi, Lili, cambiata e maturata, lavora in tv come produttrice. Vicino Julien sta dirigendo il suo primo film come regista: é la storia della sua famiglia, anche se con nomi diversi. Sul set arrivano in vista Jeanne Marie, moglie di Julien, con una figlia piccola. Michel Piccoli interpreta il personaggio di Simon. Lili chiede a Julien perché non le ha fatto interpretare se stessa. I ciak vengono battuti, e si arriva fino al suicidio del giovane. Lily si riprende la sua parte. Il film finisce, la troupe posa per la rituale foto di fine lavorazione.

Valutazione Pastorale

Muovendosi tra teatro nel cinema e cinema nel cinema, Claude Miller riesce a mettere in campo con buona spigliatezza tutta l'intricata serie di legami che caratterizzano il rapporto realtà/finzione. Diviso nettamente in due parti, il copione si mantiene fedele sia all'unità di luogo e d'azione (la grande dimora di campagna all'inizio; gli studi cinetelevisivi nella parte finale) sia all'interscambio continuo tra i ruoli autentici e quelli recitati. Sullo sfondo di un gruppo esemplare della borghesia intellettuale francese, si muovono le problematiche impellenti della creazione artistica, dei compromessi con il mercato, dei sentimenti non detti, della vita come inafferrabile soffio di vento. Se la verità è inconoscibile, bisogna arrivare ad un patteggiamento tra finzione e realtà, all'interno di un gioco (quello del cinema) che non è innocente ma può essere d'aiuto per capirsi meglio. L'immagine forgia l'identità tra chi partecipa e chi è spettatore. Ben ambientato negli esterni, duro e insieme gentile nello scontro generazionale, il film offre spunti praticamente inesauribili. Facili e insieme profondi. Dal punto di vista pastorale, è da valutare come positivo, accettabile, problematico e adatto per dibattiti.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, con attenzione per la presenza dei minori. Da proporre in molte occasioni sul tema del cinema nel cinema, con tutte le riflessioni che ne derivano.

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