Orig.: Italia (2000) - Sogg. e scenegg.: Cesare Cicardini e Maria Grazia Perria -Fotogr.(Panoramica/a colori): Andrea Treccani - Mus.: Michele Pauli - Montagg.: Claudio Cormio - Dur.: 83' - Produz.: Daniele Maggioni.
Interpreti e ruoli
Rinaldo Rocco (Diego), Luigi Rosatelli (Ivo), Ana Dimitrijevic (Maria), Manrico Gammarota (proprietario della tipografia), Marco Zannoni (Rosso), Paolo Pierobon (agente turistico)
Soggetto
Diego, 23 anni, lavora in una tipografia, la stessa dove ha lavorato il padre che ha accettato il prepensionamento per lasciargli il posto. Avvertendo il senso di un'esistenza che, ripetendosi, sembra già consumata, un giorno lascia il lavoro e la città, e parte senza avere le idee molto chiare. L'unico punto di riferimento é l'amico Matteo, rievocato col ritrovamento di una cartolina. Giunto in una località di mare, Diego va a casa di Matteo, non lo trova, va in un locale dove conosce Maria, un cameriera proveniente da Belgrado. Maria lo aiuta ad entrare in casa di Matteo, dove però trovano a dormire un certo Ivo. Quando Maria torna al lavoro, Ivo convince Diego, che ha la macchina, a portarlo in vari luoghi, dove l'uomo ha affari da sistemare. Finalmente Diego riesce a lasciarlo, torna a casa di Matteo, si cambia d'abito e poi esce a cena con Maria. Più tardi, Ivo viene pestato e loro due lo salvano. Diego telefona al padre, ma non riesce a parlargli e gli dice che gli scriverà. Torna quindi a casa di Matteo, la mette in ordine, e lo stesso fa con un baracchino sulla spiagga dove l'amico vendeva bibite. Il giorno dopo, Diego, Ivo e Maria escono insieme, vanno al parco giochi acquatico. Poi Diego accompagna Maria a vedere il baracchino tutto nuovo. Fanno il bagno, si baciano. E la voce f.c. di Diego dice: "Non ridere mai dei sogni degli altri. Le persone che non hanno sogni non hanno molto".
Valutazione Pastorale
Cicardini é un esordiente (nato a Milano nel 1969) e dice di aver voluto fare " una commedia esistenziale, dal tono a volte inquieto, a tratti invece leggero. Un film di atmosfere, di stati d'animo e di paesaggi contrastati. Diego non ha chiaro che cosa vuole e non sa neppure se sta cercando qualcosa...". Quella dell'incertezza è una sensazione che cala sul film all'inizio e rimane fino alla (rapida) fine. Il lavoro quotidiano come abbrutimento, la voglia di fuga senza sapere dove andare per poi finire a pochi chilometri di distanza, la giornata tirata avanti alla meno peggio ma con i soldi in tasca sono stereotipi fin troppo logori e abusati. Le (dis)avventure di Diego vanno avanti stancamente nella solita cornice minimalista che lascia lo spettatore nella vana attesa di qualche graffio, qualche salto in avanti, qualcosa che giustifichi il livello piatto dell'andamento narrativo. Non succede invece niente, niente di più si sa sulla 'irreqiuetudine', sui 'sogni', sugli 'stati d'animo'. Come se il film, una volta detto quello che voleva esaminare (le incertezze dei giovani d'oggi) dovesse ancora cominciare. Dal punto di vista pastorale, ci sono ben pochi appigli per una valutazione che non ha elementi di sostanza con cui confrontarsi. Non resta che definire il film 'futile', e meglio individuarlo come 'velleitario'.
UTILIZZAZIONE: più che in programmazione ordinaria, il film può essere proposto in occasioni mirate, come esempio di giovane cinema italiano che parla (o cerca di parlare) di giovani.