Soggetto
Una grande quercia bicentenaria nei pressi di un fiume e la quotidianità di tutte le creature a cui offre nutrimento e riparo: topolini selvatici, una coppia di ghiandaie, un barbagianni, uno scoiattolo, un balanino, un tasso e, poco discosti, caprioli, cinghiali e nutrie. E l’albero tutti accoglie e protegge.
Valutazione Pastorale
Diretto dal documentarista Laurent Charbonnier e dal produttore Michel Seydoux, al suo esordio dietro la macchina da presa, arriva nella sale italiane a fine gennaio 2024 “La quercia e i suoi abitanti” (“Le chêne”), racconto poetico, realistico e al tempo stesso magico di una quercia bicentenaria e della vita che pulsa tra i rami, sul tronco e sottoterra, tra le sue radici. Grazie a una tecnologia raffinatissima – microcamere e realistici effetti digitali – gli spettatori potranno condividere, anche nei più piccoli particolari, la quotidianità di alcuni topolini selvatici, una coppia di ghiandaie, un barbagianni, uno scoiattolo, insetti balanini, un tasso, un picchio e, poco discosti, caprioli e cinghiali. Un ecosistema che si regge su un delicato equilibrio, messo spesso in pericolo, magari da un temporale improvviso o dagli assalti degli animali più grandi ai più piccoli, di certo più deboli, ma spesso anche più veloci.
“L’idea – spiegano i registi – è quella di prendere una storia documentaria e raccontarla con la competenza narrativa e tecnica dei lungometraggi di finzione. Si potrebbe definire ‘narrazione naturalista cinematografica’. Ma qualsiasi nome o genere si decida di usare per classificare questo film, l’intenzione primaria è quella di mostrare agli spettatori qualcosa che non hanno mai visto prima… l’obiettivo è quello di lasciarsi sorprendere dall'azione, l'immagine e la storia di questa quercia. […] Entriamo nei panni del topolino che rischia di essere schiacciato dalle zampe del cinghiale. Facciamo acrobazie come la ghiandaia. Quasi ci bagniamo con la pioggia della tempesta…”. “La quercia e i suoi abitanti” ha, effettivamente, l’accuratezza di un documentario, concepito e montato però come un film. Originale ed efficacissima, inoltre, è la scelta di non utilizzare una voce narrante. Non ci sono commenti vocali, si sentono solo i rumori, le grida, i suoni distintivi dei protagonisti, ma anche quelli delle foglie spostate dal vento o delle prime gocce di pioggia che diventano acquazzone, tutti orchestrati in una composizione musicale originale scritta da Cyrille Aufort. A volte, poi, la musica irrompe (per esempio il brano “In The Mood” di Glenn Miller) per sdrammatizzare la tensione di un appostamento, un assalto o un inseguimento all’ultimo respiro, degno dei migliori action movie. Il film è uno sguardo immersivo nella natura, un’opera innovativa, poetica e coinvolgente, particolarmente adatta a un pubblico familiare: adulti e bambini ne rimarranno incantati. Consigliabile, poetico, adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, particolarmente adatto a un pubblico famigliare.