LA RAGAZZA DI ROSE HILL

Valutazione
Discutibile, Scabrosità
Tematica
Genere
Drammatico
Regia
Alain Tanner
Durata
94' – Co
Anno di uscita
1990
Nazionalità
Svizzera
Titolo Originale
LA FEMME DE ROSE HILL
Distribuzione
Academy Pictures
Soggetto e Sceneggiatura
Alain Tanner
Musiche
Michel Wintsch
Montaggio
Laurent Uhler

Sogg. e Scenegg.: Alain Tanner - Fotogr.: (scope/a colori) Hugues Ryffel - Mus.: Michel Wintsch - Montagg.: Laurent Uhler - Dur.: 94' – Co-Produz.: Film Graph, Geneve - Gemini Films; G.P.F. 1, Paris

Interpreti e ruoli

Marie Gaydu (Julie), Jean Philippe Ecoffey (Jean), Denise Peron (Zia di Jean), Roger Jendly (Marcel), Louba Guertchikoff, André Steiger

Soggetto

Marcel, piccolo proprietario terriero svizzero, sposa per corrispondenza una giovanissima delle Isole Mauritius. Arrivata verso Natale nel Cantone di Vaud, la piccola indigena (Julie) incontra lo sconosciuto, che è paziente e gentile, ma comprende subito che non potrà mai amarlo. Sempre rincantucciata in una stanzetta, essa non solo non dà una mano alla vecchia suocera, ma si rifiuta fermamente all'uomo. Sperdutasi una sera nella nebbia in città dove è scesa, accetta di essere riaccompagnata alla casa fra i campi da Jean, figlio di un facoltoso industriale. Poi lo rivede, tra i due fiorisce un intenso amore ed il giovanotto trasferisce Julie presso una zia, tanto squinternata, quanto affettuosa. Per il colore della pelle e per la situazione determinatasi, il padre di Jean insiste perché il figlio tronchi la relazione, la quale si aggrava allorché Julie rimane incinta. Jean suggerisce l'aborto, lei rifiuta, anzi caccia via il giovanotto, impedendogli di vedere il figlio dopo la nascita, aiutata anche in questo dalla zia. Incapricciato e testardo, Jean non consegue il suo scopo. Frattanto il padre di Jean appreso che Marcel ha nel frattempo ottenuto il divorzio si dà da fare con un amico nella Polizia, affinché la ragazza perduta la cittadinanza svizzera ed ormai abusiva venga espulsa e rientri con il bambino all'Isola di Rose Hiil da dove era venuta. Nel momento in cui alcuni agenti si presentano all'alba da Julie per prelevarla e portarla all'aeroporto, Jean furente piomba sul posto. Elimina a bastonate un poliziotto, ma un altro reagisce e lo uccide con una revolverata.

Valutazione Pastorale

poteva essere una tragedia della negritudine inserita nelle brume della Svizzera. con una ragazza delle Mauritius (a Rose Hill addirittura una principessa), sposata ad un villico del Cantone di Vaud. In tutta la prima parte, tra i silenzi e rifiuti di lei, l'accurato disegno delle psicologie dei personaggi e la stessa ambientazione sono validi. Poi seguono molte ingenuità e decisamente implausibili appaiono i capricci di Jean, pronto sulle prime a caldeggiare la soluzione abortiva (il colore della pelle, la gente bene), poi cocciuto e sempre adirato oltre ogni dire. Conflitti e disagi (razziali, culturali o affettivi che siano) o rientrano alla base delle intenzioni, o non esplodono che in maniera tutta urlata e a forti tinte. Stupisce che un regista della taglia di Tanner non abbia avvertito lo squilibrio venuto fatalmente a determinarsi in questo film che, nelle pagine conclusive soprattutto, ricorda le scenate e il gusto che colpivano magari cinquant'anni fa. Anche il linguaggio e l'impianto drammaturgico, più semplici e convincenti all'inizio, decadono nella rumorosità e nelle sciabolate conclusive.

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