La regina Carlotta. Una storia di Bridgerton

Valutazione
Consigliabile, Problematico
Tematica
Amicizia, Amore-Sentimenti, Dolore, Donna, Famiglia, Famiglia - fratelli sorelle, Famiglia - genitori figli, LGBTQ+, Matrimonio - coppia, Morte, Politica, Potere
Genere
Drammatico, Fantastico, Sentimentale, Storico
Regia
Tom Verica
Durata
Stagione 1, 6 episodi, durata 50'-60'
Anno di uscita
2023
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
Queen Charlotte: A Bridgerton Story
Distribuzione
Netflix
Soggetto e Sceneggiatura
Shonda Rhimes
Fotografia
Jeffrey Jur
Musiche
Kris Bowers
Montaggio
David Greenspan, Jessie S. Marion, Matthew Pevic, Denise Chan
Produzione
Shonda Rhimes, Betsy Beers, Tom Verica, Anna O'Malley. Casa di produzione: Shondaland, Netflix

La miniserie è disponibile sulla piattaforma Netflix

Interpreti e ruoli

India Amarteifio (Regina Carlotta), Corey Mylchreest (Re Giorgio III), Golda Rosheuvel (Regina Carlotta adulta), Adjoa Andoh (Lady Danbury), Michelle Fairley . (Principessa Augusta), Ruth Gemmell (Violet Bridgerton), Arsema Thomas (Lady Danbury giovane), Sam Clemmett (Brimsley), Hugh Sachs (Brimsley adulto), Julie Andrews (Lady Whistledown (voce)), Freddie Dennis (Reynolds)

Soggetto

Inghilterra XVIII secolo, Carlotta è una nobile di origini tedesche che viene data in sposa al giovane sovrano Giorgio III. I due, non essendosi mai incontrati prima delle nozze, abitano una certa paura di perdere la propria libertà in un matrimonio infelice. In verità, tra i due emerge subito una grande sintonia, insidiata però da non pochi ostacoli: i rigidi protocolli di corte, le ingerenze della casa reale – su tutti la madre di Giorgio, Augusta – così come la salute precaria del sovrano, tenuta segreta per non allarmare la popolazione…

Valutazione Pastorale

La regina Carlotta, interpretata dall’attrice shakespeariana Golda Rosheuvel, nelle prime due stagioni di “Bridgerton” (dal 2020), seppure sia un personaggio di “secondo piano”, ha di certo lasciato il segno negli spettatori. Forse è per questo che la geniale showrunner Shonda Rhimes – sue sono le serie “Grey’s Anatomy” (dal 2005) e “Scandal” (2012-18) – ha puntato su uno spin-off dedicato proprio alla sovrana, componendo un racconto che fonde la cornice della Storia, con pagine di fantasia di matrice romantica.
La storia. Inghilterra XVIII secolo, Carlotta (India Amarteifio) è una nobile di origini tedesche che viene data in sposa al giovane sovrano Giorgio III (Corey Mylchreest). I due, non essendosi mai incontrati prima delle nozze, abitano una certa paura di perdere la propria libertà in un matrimonio infelice. In verità, tra i due emerge subito una grande sintonia, insidiata però da non pochi ostacoli: i rigidi protocolli di corte, le ingerenze della casa reale – su tutti la madre di Giorgio, Augusta (Michelle Fairley) – così come la salute precaria del sovrano, tenuta segreta per non allarmare la popolazione…
Alla base di “Bridgerton” ci sono i romanzi della scrittrice statunitense Julia Quinn, ma non pochi sono i riferimenti allo sfondo sociale, culturale e sentimentale dell’universo letterario di Jane Austen. Una Austen a ben vedere addizionata di contemporaneità: nelle musiche, nei dialoghi e nelle dinamiche amorose (con una forte componente passionale); attenzione, inoltre, all’indipendenza della donna e ai temi dell’inclusione, tra sguardi multiculturali e storie Lgbtqia+, in un’ottica politically correct.
Nella miniserie “La regina Carlotta” il racconto funziona e si muove agevolmente soprattutto nel descrivere il legame tra Carlotta e Giorgio, la loro crescita come coppia. La parte che colpisce è la commistione tra linea romance e il tema della disabilità mentale, declinata con attenzione e dolcezza. A funzionare, inoltre, sono i quadri paralleli con i personaggi “coevi” al racconto di “Bridgerton”: ossia il rapporto di amicizia e solidarietà tra Lady Danbury (Adjoa Andoh), Lady Violet Bridgerton (Ruth Gemmell) e la stessa sovrana Carlotta (Rosheuvel). Per il resto, la storia procede spedita alternando commedia sentimentale e raccordi drammatici, stemperati da un fuoco d’artificio di colori, costumi, ambientazioni e musiche. In determinati passaggi il racconto sembra tuttavia perdere agilità e spessore per snodi sovraccarichi o persino gratuiti che ne riducono smalto ed eleganza. Consigliabile, problematica.

Utilizzazione

La serie è indicata per un pubblico adulto, capace di saper gestire i vari temi in campo.

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